"Se una lampadina si fulmina è perché ha visto qualcosa che non le è piaciuto."
La mia, leggendo ancora Benni si è illuminata come un faro nella notte nera. Potrei sembrarvi monotematica, ma avevo bisogno di un altro libro di Stefano Benni per poter assestare il mio giudizio nei suoi riguardi.
E così, approfittando del suggerimento trovato e annotato nel commento di uno di voi lettori, ho comprato, letto e amato Saltatempo.
Benni è diventato in un attimo uno dei miei autori preferiti.
Saltatempo è un romanzo completamente diverso da Elianto (che provocatoriamente voglio “etichettare” Fantasy – anche se personalmente non amo le etichette-) nonostante la quarta di copertina, voglia farci credere che tutto sia imperniato attorno ad un fattore incredibile e soprannaturale che possiede il protagonista.
E invece no.
La capacità che Saltatempo possiede (quella di viaggiare con la mente avanti e indietro nel tempo), è solo una macchia d’inchiostro, che potremmo anche ignorare completamente dall’intera narrazione, senza subire tagli o mancanze.
È una narrazione che cresce di pagina in pagina, insieme al protagonista, incastrandoti tra le sue parole, inchiodandoti agli avvenimenti, facendoti sorridere, costringendoti a sottolineare alcuni passi che sai rileggerai ancora.
Siamo in un paesello italiano negli anni cinquanta e Saltatempo è solo un bambinetto che crescerà in un’ Italia che gode e soffre del boom economico, in un paese in trasformazione, in licei occupati, in subbugli di cuore, in morti sofferte e altre annunciate, in tradimenti e ritrovi inaspettati.