Il libraio di Selinunte – Roberto Vecchioni

Il libraio di Selinunte è un breve romanzo (o racconto lungo, se si preferisce) del cantautore Roberto Vecchioni (Carate Brianza, 1943). Pubblicato nel 2004, porta lo stesso titolo di una canzone dell’album musicale Rotary Club of Malindi dello stesso anno e dello stesso autore.

La storia è narrata in flash-back dal protagonista Nicolino e racconta di quando, al tempo della sua infanzia, un misterioso libraio giunse a Selinunte e cercò senza successo di appassionare gli abitanti alla lettura dei grandi classici (da Saffo a Catullo, da Sofocle a Shakespeare, da Leopardi a Pessoa, da Manzoni a Tolstoj…). Solo il tredicenne Nicolino rimase affascinato dal libraio e dalle sue letture ad alta voce, che suscitavano in lui emozioni fortissime. Gli abitanti della città divennero invece col tempo sempre più diffidenti e ostili nei confronti di quell’uomo dall’aspetto curioso e dalle strane abitudini. Una notte la libreria andò a fuoco e il proprietario sembrò scomparso nel disastro. Il giorno dopo un terribile incantesimo si abbatté sulla città.

Si tratta di un libriccino di lettura piacevole e spedita, a tratti anche emozionante, adatta ai giovani e che ammicca ai lettori meno giovani e più colti. Può essere un utile spunto per una riflessione sul valore della lettura, sul rapporto tra le diverse generazioni, sull’esclusione dei “diversi”, sul potere incantatore della parola.
E la conclusione ultima della storia, vista in una sorta di anticipazione, restituisce leggerezza a questa fiaba a tratti crudele senza togliere nulla ai suoi significati.

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Recensione di
D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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2 commenti
  • Vecchioni sa scrivere, questo non è una novità.
    Quel che mi giunge nuovo invece è il libro ..spero solo che non sia una di quelle storielle con un po’ (troppa) “morale” che a volte vengon fuori non si sa da dove.
    Ma parlando di Vecchioni, sento di potermi fidare.

Recensione di D. S.