Requiem del Dodo – Arianna Gasbarro

La recensione comparsa su queste pagine del breve romanzo di Arianna Gasbarro (Roma, 1980) Requiem del Dodo (2012) mi aveva molto incuriosita, insieme al titolo piuttosto originale. In effetti non c’è dubbio che siamo davanti ad un lavoro sui generis che merita una certa attenzione.

Mattia è un giovane con la passione per il cinema e l’ambizione di sfondare in questo campo; tuttavia, al momento, deve accontentarsi di collaborare a un documentario naturalistico per bambini che si sta realizzando a Londra. Sul set il ragazzo ritrova una compagna di scuola della quale si erano perse le tracce al tempo del diploma. La ragazza, Mia, svolge strani mestieri: recita travestita da dodo per il documentario, partecipa come comparsa ai funerali ed è una tomba-sitter che cura le tombe che le vengono affidate dalle famiglie degli estinti impossibilitate a farlo personalmente. I due giovani trascorrono insieme parecchio tempo, sul set, al bar, in giro per i cimiteri di Londra, finché non giunge il momento per Mattia di tornare in Italia.requiem_del_dodo_CAT

Il romanzo ruota intorno al tema della morte. Dall’estinzione degli animali preistorici (e del dodo) alla tragica scomparsa dell’amico di Mattia, Oscar, agli strani lavori di Mia e ai suoi ancor più stravaganti discorsi, l’argomento è costantemente presente, perfino ossessivamente presente; ma soprattutto, sorprendentemente, trattato in maniera cruda eppure al tempo stesso tenera.

La trama, lineare fino al colpo di scena finale, è narrata in una forma fresca, con una sintassi semplice e un registro informale che a volte si concede qualche ricercatezza.

Infine il racconto rivela un significato metaforico. La morte è una cosa semplice e tragica insieme; dolorosa, disgustosa, ma naturale. E dunque inevitabile. Sebbene non sia facile, bisogna imparare ad accettarla e a ridimensionare la paura che tradizionalmente accompagna anche solamente il pensiero di essa. Così si potrà ritrovare l’equilibrio e forse anche l’ispirazione per l’opera che potrà rendere famosi.

Non siamo di certo davanti ad un capolavoro immortale; tuttavia nel vasto e variegato, ma spesso insulso, panorama letterario attuale, questo libriccino offre una lettura piuttosto originale e non priva di significati, mettendo a nudo le nostre paure ancestrali e riducendole, per restare in tema, all’osso. Allo stesso modo, togliendo la sovraccoperta, si scopre in copertina lo scheletro del dodo, che non ci fa paura.

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Recensione di
D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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