Uno che era stato a Santa Maria della Pietà diceva che al mondo c’erano più pazzi che briciole di pane.
Dopo Milano, Bologna e Torino, il 1° ottobre è uscito per la marcos y marcos, Il repertorio dei matti della città di Roma, una simpatica raccolta, oserei dire quasi un omaggio, a quelle figure che ognuno di noi, almeno una volta, ha incrociato sul proprio cammino frettoloso per le vie della città eterna.
L’idea di raccogliere tutte insieme queste vite fuori dagli schemi, è geniale e ben riuscita: le pagine del libro sono intervallate da variopinte descrizioni di quelli dai più considerati i “matti di Roma; alcuni simpatici, altri molto meno, qualcuno più molesto della media, qualcuno invece sfiora la genialità, assecondando l’idea consolidata dal tempo, che genio e pazzia vanno spesso a braccetto.
Ammetto di aver riconociuto almeno quattro persone tra tutti quelli descritti nel libriccino a cura di Paolo Nori, nato durante gli incontri di un corso di scrittura creativa tenutasi preso Liberia Altroquando di Roma tra marzo e maggio del 2015.
C’era una a Pizza dei Cinquecento, vicino alla stazione degli autobus, che girava con una catena legata alla vita. Se le chiedevi perché , ti diceva che cercava la pietra della ragione che un giorno l’avrebbe liberata dalla catena dei pensieri.
I matti di Roma riempiono tutte le 197 pagine ma fate attenzione: siete davvero sicuri di saper riconoscere i matti dai sani? Il seme del genio dal germe della malattia?
Una lettura senza dubbio diversa, spesso divertente, che tuttavia non lascia indifferenti perché come diceva Bertrand Russel, “l’equilibrio tranquillizza, ma la pazzia è molto più interessante.”