Racconti Immaginari #8: Valentine’s Edition

Ben ritrovati, cari scrittori di dieci parole!

Quanto sarebbe scontato proporvi le solite favolette sull’amore romantico, l’amore vero, il bacio del vero amore di Fiona e Shrek che tutto può e nulla distrugge –segnatevelo questo, che è un nuovo principio della fisica sentimentale! – e i numerosi altri blablabla da 14 Febbraio? Tanto!

 È per questo che noi della Libreria Immaginaria abbiamo pensato a tutti quelli che come noi sono stufi di tanto romanticismo gratuito e abbiamo deciso di festeggiare tutti coloro che hanno avuto esperienze imbarazzanti, ciniche, disastrose o penose durante il giorno di San Valentino.

Sì, questa è decisamente una puntata anomala: innanzi tutto, elimineremo per la prima volta la regola numero uno: usate tutte le parole che volete! Niente limiti di lunghezza, date sfogo al racconto del vostro ricordo e ridiamoci su all together! Che poi, fra l’altro, si vince un libro assai gustoso, stavolta.
A San Valentino abbiamo deciso di regalarvi una storia d’amore così delicata e affatto banale, che noi della Libreria Immaginaria abbiamo recensito in tutte le salse (1,2 e 3). Se ve le siete perse, o volete scoprire di che titolo si tratta, andate a dare una sbirciatina!

 
Quindi ricapitolando, usate lo spazio di questa puntata come un “Caro Diario…” e raccontateci delle vostre disavventure amorose nel giorno più “romantico e cuoricioso” dell’anno. Chissà, che la sfortuna di quel giorno sia valsa una copia di questo straordinario romanzo!

Vi lascio con il racconto del mio buffo San Valentino dell’anno scorso {lo trovate nei commenti}, e che Cupido sia con voi!

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Recensione di
Trix
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10 commenti
  • Lo scorso San Valentino ho avuto la bella idea di abolire i festeggiamenti, a causa di impegni di lavoro. Quello che non avevo programmato era la sorpresa del mio ragazzo nella pausa merenda: me lo sono ritrovato vicino alla macchina con in mano un succo di fragola e una crostata di crema a forma di cuore. Segue il classico giretto “romantico”, fino al classico parcheggio insulso, dove avevamo intenzione di attaccare i viveri in fretta e furia, dato la mancanza di tempo. Ebbene, nella foga apriamo la crostata, che si spiaccica sul tappetino della macchina con tutte le fragole e la gelatina sopra. Allora, spinti ad aprire fuori il succo di frutta, scopriamo, una volta sul marciapiede, che il tappo era troppo stretto e non si riusciva a svitarlo. Allora l’”uomo delle caverne” prende in mano la situazione, e dopo aver dato dei colpetti leggeri al tappo, la bottiglia si fracassa da sotto, aprendosi e rovesciandosi sul povero fidanzato e sul marciapiede! Non contenti, in quel momento si trova a passare di lì una volante dei Carabinieri, attratta dal fracasso della bottiglia rotta e della macchia scura a terra… Insomma, era meglio che festeggiavamo come banali persone normali, piuttosto che passare il resto dell’ora a cercare di spiegare ai cari signori che stavamo solo cercando di aprire un succo di frutta!

  • 14 Febbbraio. Sono ferma, pietrificata. Attorno a me fiori ovunque, ghirlande e mazzi di tutti i tipi. Le luci sono soffuse, in lontananza sento l’eco di una melodia dolce e tranquilla. Osservo tutto dal mio bel letto di legno, non sono mai stata così serena.
    Non dimenticherò mai il giorno del mio funerale.
    (ah, lui non c’era)

  • Nonostante sia S. Valentino, quest’anno i miei studenti sono in aula (di solito decidono di non entrare per essere liberi di festeggiare – o di dormire, secondo la situazione sentimentale di ciascuno).
    Venendo a scuola ho dedicato solo un fugace pensiero alla ricorrenza, più che altro domandandomi se, mancando le classi, sarei rientrata prima a casa. Poi, trovati gli alunni, ho del tutto dimenticato la festa.
    Entrata in quarta, mentre mi preparo a cominciare la lezione, firmo sul registro, cerco il libro nella mia borsa modello MaryPoppins… una ragazza dal fondo dell’aula si alza di scatto, anche piuttosto rumorosamente, e con passo sicuro e rapido si dirige verso di me: “Prof., un cioccolatino per voi”, e mi porge un bacio Perugina.
    Non me lo aspettavo, lo ammetto; meno di tutti, poi, da lei, sempre un po’ annoiata dalle mie lezioni e refrattaria alla disciplina. D’istinto rispondo, con un largo sorriso, rivelando implicitamente ciò che preferivo rimanesse segreto: “Grazie, grazie davvero, non ci pensa mai nessuno!”.
    E in effetti è proprio così: da anni ormai non ci pensa più nessuno.

  • Mi stavo preparando e già mi pregustavo la serata a lume di candela con la mia nuova fiamma. Mi immaginavo che cosa avrebbe potuto regalarmi un tipo originale come lui (lo conosco da poco ma non si può dire che non sia un tipo particolare): un buono per un massaggio al cioccolato, un servizio fotografico per due, in perfetto stile romantico, un cestino di delizie al marzapane. L’elenco di dolcezze poteva proseguire all’infinito nella mia mente da quando avevo iniziato a prepararmi, fino a quando mi aveva fatto sedere nella sua gelida macchina senza riscaldamento (promettendomi di riscaldarmi a fiato, come il bue e l’asinello), fino alla porta del ristorante. E fu così che dopo essere stata dall’estetista, dalla parrucchiera, da intimsex a comprarmi un nuovo completino di seta, e aver speso tutti ma proprio tutti i miei risparmi per questa serata, mi ritrovo davanti alla porta dell’Autogrill.

  • San Valentino dello scorso anno.Il mio ragazzo ed io decidiamo di fare qualcosa all’ultimo momento, quindi pensiamo di andare al “nostro ristorantino”.
    Lui: “sarà pieno” Io: “proviamo comunque”
    Andiamo, parcheggiamo senza problemi davanti al posto ed entriamo.
    Vi dico che non era pieno…ma completamente vuoto: nessuno ai tavoli, nessuno in cucina, nessuno vicino il forno a preparare pizze…
    ci guardiamo intorno le luci sono accese e la porta era aperta quindi qualcuno ci dovrebbe essere.
    Aspettiamo qualche minuto…nulla.
    Sembrava una scena di un libro: dove ad un certo punto una strega fa una magia e fa sparire tutte gli abitanti del luogo, oppure di uno dove c’è appena stato uno scontro a fuoco e tutti sono scappati.
    Ma nell’aria non c’è odore di magia, e per terra nessuna traccia di sangue ne di colluttazioni.
    Piano piano, con aria circospetta, indietreggiamo fino ad uscire dalla porta, saliamo in macchina e, affamati, andiamo a mangiare a Mac.

    • ripensandoci forse eravamo entrati dentro un romanzo di Murakami ;) la sensazione di stranezza era quella, questa sera mi devo ricordare di vedere se in cielo ci sono due lune…

  • San Valentino: mai festeggiato. Tranne – ahimè – un’unica, disastrosa e indimenticabile volta.
    A quel tempo ero solita uscire con un ragazzo, il classico “Bad Boy” che piace tanto alle ragazzine (me compresa): bello, benestante e parecchio insolente. Ma la proposta per la serata era senz’altro interessante: una cena al ristorante brasiliano, che prima di allora non avevo mai provato.
    Mi preparo: doccia, ceretta, capelli, trucco, vestito, unghie, scarpe, borsa… Tutto perfetto. Passa a prendermi vestito di tutto punto, con un profumo buonissimo addosso che ho sempre adorato. Arriviamo al ristorante e solo a quel punto scopro che la cenetta tanto agognata sarà con un’altra coppia di suoi amici. Mai visti.
    Cerco di soprassedere, finché non prendiamo posto al tavolo e lì ha inizio la vera agonia: l’altra ragazza è insopportabile. Avete presente quel tipo di ragazza che si crede la più bella-simpatica-intelligente donna sul pianeta? Quel tipo che è viziata non solo dai genitori ma anche dal povero fidanzato succube-zerbino che non sa far altro che annuire e acconsentire a ogni sua richiesta? Quel tipo che nonostante non possa permetterselo indossa abiti scollati-scosciati che lasciano ben poco alla fantasia e anche allo stomaco? Bene, forse avrete una vaga idea di come fosse quella adorabile fanciulla, che oltre a tutto ciò, si dimostrò anche particolarmente sboccata e volgare.
    Pausa sigaretta. Deo gratias. Ne parlo con lui: il suo amico? Simpatico, carino, davvero. Ma lei? Ti prego andiamo via altrimenti finisce che le metto le mani addosso.
    Vengo ignorata. Passa la cena. Usciamo dal ristorante e io, illusa, penso che sia finita. Invece no: c’è il post cena.
    Un’odissea senza fine quel 14 febbraio.
    Morale: mai più festeggiato san Valentino in vita mia.

Recensione di Trix