Avevo già assaporato le parole della Gamberale ne Le luci nelle case degli altri, parole condite da un grande realismo e miscelate tra loro a creare sempre frasi suggestive, diverse.
Anche in questo romanzo l’autrice ci racconta due porzioni di realtà, la realtà di due donne che non potrebbero essere meno simili tra di loro: Tea è la protagonista di una fiction di successo, Erica una madre di famiglia.
Le due donne si incontrano quasi tutti i giorni nel supermercato del quartiere, incrociando i loro carrelli e le loro compere ma mai i loro pensieri o le loro vite. Entrambe, nel loro intimo e nelle loro confidenze, sognano di vivere la vita dell’altra, da un lato perché entusiasmante e avventurosa e dall’altra perché rassicurante e domestica.
Per quanto entrambe le vite raccontate da Chiara Gamberale siano distanti dalla mia esperienza personale, sono d’accordo con l’autrice quando durante l’intera narrazione, non fa che sottolinearci implicitamente di come tutti noi siamo sempre scontenti, sempre alla ricerca di altro, del nuovo, del diverso da noi, non realizzando mai davvero che nessuna vita è perfetta ma che qualsiasi modo di vivere si percorra è sempre punteggiato da ostacoli e dolori cosi come da gioie e speranze.
Siamo davvero cosi scontenti di quello che abbiamo?
Un libro che ci fa riflettere sulla specialità del nostro quotidiano, magistralmente narrato da un giovane ma talentuosa voce come quella della Gamberale.