Picnic sul ciglio della strada, Stalker – Arkadi & Boris Strugatzki

Immaginate che un giorno gli alieni arrivino per davvero, che scelgano dove fermarsi per la loro breve e inaspettata visita e che prima di ripartire di gran carriera per l’Universo dimentichino (o forse no?) una scia di chincaglieria extraterrestre.

La narrazione inizia a fatto compiuto, esattamente tredici anni dopo l’evento che ha sconvolto il mondo. Dopo la Visita, la piccola cittadina Marmont si trova improvvisamente sotto i riflettori visto che una delle sei Zone contaminate dagli alieni, si trova proprio tra i suoi confini.
Infatti, un’intera parte di Marmont è stata delimitata con filo spinato, costantemente vigilata da uomini armati e perennemente sotto controllo dall’ Istituto delle civiltà extratterestri; gli effetti della “gita aliena” sono stati devastanti: decine di persone morte sul colpo, deformazioni, malattie mostruose sviluppate negli anni e chissà quanto altro ancora non scoperto.

Ma si sa come siamo fatti noi umani: passato lo stupore e la paura iniziali, picnicdiventiamo animali curiosi, animali avidi, sempre alla ricerca della svolta, del successo, della fama, della richezza.
Ed è in questo contesto che si collocano le figure degli stalker (dimenticate l’accezione moderna del termine che lo identifica come “molestatore”, in questo caso il significato è il più antico “cacciatore”), uomini che contro la legge si intrufolano nelle Zone, ne schivano (non sempre) i pericoli mortali e trafugano oggetti alieni da vendere sul mercato nero per cifre da capogiro. Contrabbandieri del futuro e protagonisti indiscussi di questo romanzo.

Tra questi oggetti sembra esserci poi la mitica Sfera D’oro che permetterebbe di esaudire i desideri più intimi e segreti di chiunque le si avvicini ma nessuno è ancora riuscito a trovarla e a portarla fuori dalla Zona…

Il libro scorre fluido, senza particolari picchi di pathos, rimanendo un po’ troppo sintetico su alcuni punti che non permettono alla curiosità del lettore di appagarsi completamente.
Tuttavia, per una non appassionata/esperta di fantascienza come me, la lettura è stata comunque piacevole fino alla fine.

Nel 1979 ne è stato tratto anche un film, Stalker appunto che, da quanto ho letto qui e là in rete, sembra essere uno di quei rari casi in cui la pellicola cinematografica ha una resa migliore del libro.

 

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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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