Perché, charlie brown, perché? – Charles M. Schulz

“Starai bene, Janice” disse Linus, “e io ti spingerò sull’altalena per sempre.”

Una storia breve e intensa, a metà tra libro e fumetto, completamente impregnata di quella spontaneità amara e lucida che contraddistingue tutte le opere di Schulz.

Si tratta, in realtà, della versione scritta del cartoon che Schulz preparò per gli Stati Uniti negli anni ’90, col titolo di “why, Charlie Brown, why?”, ideato appositamente per spiegare ai bambini quello che poteva succedere quando un bambino come te, tuo amico e compagno, si ammala di cancro. 
La protagonista della storia è Janice, una compagna di scuola di Linus e Charlie Brown che, una mattina come tante altre, non si presenta a lezione: gli altri bambini scoprono che il pomeriggio precedente è stata ricoverata in ospedale con la diagnosi di leucemia acuta. Linus, segretamente innamorato di lei, segue la sua vicenda da vicino, offrendole amicizia e conforto, impegnandosi a difenderla di fronte alle prese in giro attuate, con una crudele ingenuità, dagli altri compagni di classe.
Definire il tutto con l’abusata frase “è poesia!” mi sembra davvero banale e scontato, però è così.
Trovo che questa piccola storia sia una spanna sopra molti altri libri e film scritti e girati a riguardo di questo triste e difficile argomento. Schulz riesce a trattare il tema della malattia con delicatezza, come se fosse davvero visto attraverso gli occhi di un bambino, ma allo stesso tempo non esita nell’enfatizzare la gravità e l’importanza della situazione: il risultato è spiazzante, coinvolgente, colpisce come un pugno allo stomaco. La mancanza di un lieto fine certo – Janice termina la chemioterapia, ma non viene mai detto esplicitamente che sia guarita: potrebbe invece essere stata considerata un caso terminale, quindi non più soggetto a terapie, con la decisione di lasciarle vivere in pace e serenità gli ultimi momenti – rende il tutto ancora più intenso e pieno di significato positivo, come a dire che anche se le storie non finiscono sempre bene la dignità e la spensieratezza dell’animo sono un diritto di tutti, sempre, sani o malati che siano.
Pubblicato in Italia da Rizzoli nel 1992 suppergiù, purtroppo oggi questo libricino è fuori catalogo quasi ovunque e di difficile reperibilità. Con un po’ di fortuna, però, si può trovare in qualche biblioteca o negozio di libri usati. Se vi capita sottomano, vi consiglio caldamente di leggerlo, è una storia davvero emozionante e commovente. 

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Recensione di
MaddalenaErre
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8 commenti
  • Bellissimo… non avevo idea che ci fosse un libro del genere! Che poi… con tutto lo schifo che pubblicano, perché eliminano piccole perle come questo libretto?

  • Hai perfettamente ragione :) non sai quanto ho faticato per trovarlo…poi l'ho scovato su Ebay da un rivenditore! Avevo già la versione inglese, ma volevo anche quella italiana :)
    Io adoro Schulz…

  • Per molto tempo non ho seguito questo blog e solo ora (tramite qualche “click” qua e là) scopro questa recensione. Non ho mai commentato, vi ho sempre seguito silenziosamente, ma stavolta ho un paio di cosette da dirvi.

    1) ho letto questo libro. è tutto rotto e giallo, ma nei reparti di onco-ematologia viene usato perspiegare la patologia ai bambini ricoverati

    2) all’età di 4 anni ho avuto la leucemia e posso dirti che il finale è perfetto: non esiste una vera e propria vittoria. Certo, il tumore scompare, tornano i capelli, il peso diminuisce e tu torni a fare la tua vita di sempre.. ma per molo tempo vivrai il tutto come una sconfitta che ti ha privato della tua infanzia, che ti rende insicura di tutto, che ti fa spaventare di un raffreddore e che ti ricorderà di quel periodo “grazie” a qualche cicatrice od effetto collaterale (perchè la chemio ce ne ha, e pure parecchi). L’ospedalizzazione è un trauma, ma il ritorno a casa per alcuni versi è anche peggio, quindi lasciare un finale così aperto penso sia una scelta più che azzeccata

Recensione di MaddalenaErre