La magia sprigionata dall’immaginazione alle prese con gli oggetti più disparati riposti in una stanza/magazzino.
L’incanto di una bambina che da vita ad una avventura che si muove sulle tonalità chiare (ben definite, inoppugnabili) e quelle scure (mutevoli e selvagge).
Ho usato questa narrazione per immagini nel momento in cui il mio “cucciolo” ha manifestato una insicurezza marcata al buio.
Mi piace il messaggio che Suzy Lee riesce a veicolare: il buio, e le immagini generate dalla fantasia in assenza di luce, possono spaventare solo se noi gli attribuiamo connotati mostruosi.
La bambina di “Ombra” plasma il buio che ha intorno, gli conferisce capacità e personalità e solo il desiderio di rendere il gioco più movimentato fa emergere un’ombra più selvaggia che tenta di prendere il sopravvento.
L’assenza stessa di parole permette al lettore, e al bambino che ascolta, di plasmare a piacimento l’andamento della storia che si trasforma e rende diverso il percorso ma mai mutato il messaggio.
Da leggere esclusivamente di sera, al lume di una piccola luce, prima che insorga il torpore del sonno, per giocare a “leggere” sia le ombre del libro che quelle della stanza.