Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili – Paola Calvetti

Se il nuovo millennio, la crisi economica, la tua gioventù colpiscono tutti insieme, in una fredda giornata di dicembre alle porte del Natale, e ti ritrovi senza più un lavoro, cosa fai?

È l’amara sorte che tocca a milioni di noi giovani oggigiorno: aziende che falliscono, ragazzi che vengono licenziati e rimpiazzati con carne più fresca e più a buon mercato, quasi pensionati che si rifiutano di abbandonare le loro comode poltrone.

Io non lo so quello che farei –la laurea specialistica è imminente, quindi, purtroppo o per fortuna, non ho avuto ancora esperienze di questo tipo- ma Olivia, la protagonista di questo romanzo, si rifiuta di tornare a casa a mattinata appena iniziata, qualche minuto dopo aver ricevuto la notizia, e perciò, con lo scatolone pieno di effetti personali sottobraccio, si avvia per una lunga passeggiata in città, sotto la prima neve che cade.

Un lungo flusso di pensieri riempie un’intera giornata –l’arco di tempo in cui si svolge la storia, Mrs Dalloway style- durante la quale Olivia si imbatte in un bar tabacchi che, a giudicare dal neon lampeggiante WELCOME, reputa perfetto come tana provvisoria per leccarsi le ferite. Si appollaia perciò sul soppalco, e ora dopo ora sbircia nella vita dei vicini di tavolo che si susseguono, tra una lacrima e un biscotto, finendo per rimanere stipata lì, come parte dell’arredamento, a stilare una lista di tecniche di sopravvivenza da adottare ora che sembra avere infinite (leggi: zero) possibilità davanti a sé.

Una storia deliziosa, straordinariamente ottimista che, in un periodo così nero da sembrarci senza prospettive, da amara diventa dolce, e scalda il cuore di chi la legge.

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Recensione di
Trix
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