Olio di Mandorle Amare – Antonio Soncina

A volte succede che qualcuno di noi ce la fa. Qualcuno di quelli come noi, con una storia in testa, pile di fogli piene di appunti sulla scrivania, un romanzo chiuso in un cassetto.
A volte qualcuno, quel cassetto riesce ad aprirlo e la sua storia diventa anche la nostra.

E’ il caso di Antonio Soncina, da queste parti meglio conosciuto come SpeakerMuto, che insieme ad Officine Editoriali, ha pubblicato il suo primo romanzo Olio di Mandorle Amare.
Mi piace pensare a questo libro come una storia che racconta la difficoltà dei rapporti umani, fili che si intrecciano nelle nostre vite a volte lasciando nodi, a volte perdendosi al vento.
C’è quello tra padre figlia, impossibile e ingestibile; quello tra amiche del cuore, insolubile e profondo; quello tra donne e uomini e sbagliati passionale e violento; quello tra un bambino già un po’ adulto e la sua (non) famiglia allargata.
Mischiate insieme tutti questi ingredienti, fateli riposare insieme e infine infornate: questa storia si lascia assaggiare e assaporare lentamente lasciando in bocca e in testa molti spunti di riflessione.

E visto che giochiamo in casa, qualche domanda all’autore!

Da dove è nata l’idea, il seme di questa storia?
Un giorno mi è venuto in mente quello che poi è diventato il finale di “Olio di mandorle amare”; da lì sono andato a ritroso, costruendo storia e personaggi, in parte lavorando di fantasia e in parte saccheggiando la mia autobiografia.

In quanto tempo hai scritto la storia? E quanto tempo ci è voluto per l’editing finale?index
Ho cominciato a scrivere il 5 dicembre 2011, durante un breve periodo di ferie, e ho messo la parola fine il 5 novembre dell’anno successivo, anche se in seguito ho occasionalmente riveduto il tutto.
Essendo il mio primo libro, ho dovuto lavorare molto sull’editing perché lo stile era lontano dall’essere maturo; ma d’altro canto, scrivendo un romanzo, ci sono molte cose da tenere in considerazione (trama, scorrevolezza, coerenza delle differenti parti, idee valide e altre da scartare), soprattutto se ambientato in un periodo storico importante come quello a cavallo tra gli anni settanta e gli ottanta (per dire una scena del romanzo prevede un’auto di domenica, dopo un periodo di austerity che aveva proibito la circolazione durante i festivi).
Avrei cambiato ancora qualcosina durante l’editing finale con la Officine Editoriali ma non c’è stato tempo sufficiente… parafrasando il chitarrista Nuno Bettencourt, non credo si finisca mai un libro, più che altro ci si arrende.

Come hai conciliato la scrittura con il tuo lavoro di tutti i giorni?
Sentivo una forte urgenza di portare a termine il romanzo e sapevo che mi avrebbe richiesto molto tempo. Ho scritto a casa il pomeriggio e la sera, in ufficio quando ero libero da impegni; se nel weekend viaggiavo, usavo un portatile e scrivevo in aeroporto o sull’aereo/treno (anche adesso scrivo sul treno ogni mattina). Ho sacrificato un po’ della mia vita privata ma d’altro canto vivevo da solo e forse questo mi ha aiutato a trovare del tempo. All’inizio usavo un taccuino per qualche appunto estemporaneo, ma ho smesso: se l’idea è buona, non hai bisogno di scriverla per ricordartene.

In 3 parole come è stato trovare un editore?
E’ un impegno a sé stante: ho preso in considerazione solo l’editoria free e mi sono rivolto a case editrici e agenzie letterarie che avessero la linea editoriale più adatta al mio romanzo, che non è un giallo o un fantasy, per dire.
Ho ricevuto tre proposte e ho scelto la più adatta considerando reperibilità del romanzo, costo per l’utente finale e altro ancora; alla fine si tratta di aspettare una risposta per dei mesi e incrociare le dita.

Potete acquistare l’ebook su Amazon, sul sito della Feltrinelli e ovviamente sul sito della casa editrice Officine Editoriali.

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