Dalla libreria al cinema #19 – Ogni cosa è illuminata, Jonathan Safran Foer

In qualche misura autobiografico, il romanzo (titolo originale: Everything is illuminated), è l’opera di esordio dello scrittore statunitense Jonathan Safran Foer (Washington, 1977). È stato pubblicato nel 2002 e nel 2005 ne è stato tratto un film dallo stesso titolo.

Nella narrazione si alternano le voci del giovane ucraino Alex e del suo coetaneo ebreo americano Jonathan. Il primo racconta, in un inglese stentato e comicissimo, il viaggio compiuto insieme a Jonathan alla ricerca del dimenticato villaggio ucraino di Trachimbrod, di cui era originario il nonno del ragazzo americano e la cui popolazione fu sterminata dai nazisti. Il secondo invece racconta, intrecciando passato prossimo e remoto, la storia intricata della propria famiglia e dello shtetl di Trachimbrod. Nella finzione letteraria ciascuno dei due giovani narratori sottopone all’altro i capitoli che va componendo del proprio racconto; ad Alex in particolare è affidato anche il compito di collegare tra loro i due filoni narrativi e gli eventi del passato con quelli del presente attraverso le lettere che scrive a Jonathan.
Proprio queste lettere rivelano che i racconti dei due ragazzi contengono anche numerose menzogne. Questo, tuttavia, non toglie nulla alla verità profonda delle storie dei diversi personaggi.
Il viaggio alla ricerca di Trachimbrod diventa un percorso dentro l’anima: il nonno di Alex è costretto a fare i conti, fino alle estreme conseguenze, con un passato che la sua coscienza tormentata aveva cercato di rimuovere; lo stesso Alex, anche grazie alle esperienze del nonno, è spinto ad acquistare coscienza di sé e del proprio ruolo dentro la famiglia. Jonathan preferisce invece, evidentemente, rifugiarsi nel passato, e Alex osserva acutamente che, come i suoi antenati più o meno antichi, l’amico ha paura dei sentimenti.

Quando il regista Liev Shreiber ha realizzato il film, ha scelto, opportunamente, di omettere completamente il racconto di Jonathan, accentuando piuttosto in questo personaggio alcune nevrosi, appena accennate nel libro.
Il messaggio del romanzo è sostanzialmente rispettato e la pellicola è un’opera emozionante, divertente e drammatica insieme. La lettura del libro però, come spesso (si potrebbe dire: di norma) accade, offre più numerosi personaggi, eventi, spunti di riflessione, livelli di lettura.
Non è un libro semplice, non pochi passaggi possono risultare pesanti e perfino noiosi, ma merita certamente di essere letto e meditato. Perché la fantasia può raccontare le più grandi verità. Perché noi siamo la nostra memoria, e la memoria dei nostri padri.

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Recensione di
D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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2 commenti
  • Di Safran Foer – pur trovandolo bravissimo – per ora ho letto solo “Molto forte, incredibilmente vicino”, un romanzo meraviglioso. Questo mi manca, ma ne ho sempre sentito tessere le lodi: urge rimediare il prima possibile :)

    • Il film è bellissimo, molto emozionante: piace sempre molto anche ai miei studenti. Il libro invece richiede tempo e pazienza, ottimi lettori che conosco l’hanno messo via dopo aver letto solo poche pagine: fa riflettere, ma non coinvolge emotivamente. Io stessa, dopo “Ogni cosa è illuminata”, non ho sentito il desiderio di leggere altro di Foer; ma se dici che “Molto forte, incredibilmente vicino” è un romanzo meraviglioso, di certo lo leggerò! :)

Recensione di D. S.