E, ormai in pensione, Douglas riesce comunque a raggiungere lo scopo della sua vita: catturare BTK alias Dennis Rader, assassino seriale e torturatore. Psicopatico.
Le sue vittime predilette erano famiglie o donne sole che vivevano in una bella casa. Irrompeva in casa, le attendeva rientrare, le strangolava. Killer organizzato e mente assolutamente deviata.
Trent’anni. Dieci vittime. Eppure – grazie al suo profilo – nel 2005 è stato catturato.
Se riusciamo a saltare a pie’ pari durante la lettura la parte fortemente repubblicana di Douglas e la sua predisposizione alla pena di morte, il libro risulta affascinante, ben scritto e assolutamente interessante. Scorrevole e lineare, a tratti toccante poiché offre uno spaccato sulla vita degli agenti, sulle ripercussioni che il loro lavoro ha sulla vita privata, sull’empatia e sugli affetti. Tra saggio, romanzo, diario (del killer) e intervista. Di certo, il libro più completo sullo strangolatore di Wichita.
All’inizio sa un po’ troppo di “super eroe” il poliziotto che si studia i casi in un cimitero, di notte, permeato dal male di vivere. Lo leggi e quasi dimentichi di avere tra le mani un saggio… ma a parte queste poche cadute di stile, lo consiglio a chiunque voglia approfondire la figura del criminal profiling oltre a quella di uno dei più sfuggenti serial killer che l’America ricordi.