Naamah’s Kiss – Jacqueline Carey

L’ultima trilogia di Jacqueline Carey è dedicata alla divinità Naamah e, come le precedenti (Kushiel’s Legacy, comprensiva delle  rispettive saghe di Phèdre e Imriel) è situata nel vasto mondo che comprende Terre D’Ange, Alba e Vralia.

 

Naamah’s Kiss (2009) si incentra sul personaggio di Moirin, discendente di Amarante – la sacerdotessa di Naamah, compagna della principessa Sidoine de la Courcel – che vive in Alba ed è figlia del popolo del Maghuin Dhonn, pertanto possiede il residuo dei potere magico che la Grande Orsa (the great bear goddess Maghuin Dhonn herself) ha
lasciato al proprio popolo, dopo il tradimento di Berlik.

La vicenda segue la crescita di Moirin nelle terre d’Alba, al riparo dalla normale civiltà e anche dal Castello di Clunderry. Il proprio destino, guidato dalla Maghuin Dhonn e da Naamah, la porteranno ben presto a conoscere la vita al di la’ della propria tribù. Il suo destino si rivelerà simile a quello di Phèdre e Imriel, e ben presto scoprirà di avere un compito ben più grande di ciò che inizialmente appare.

Con maestria, Jacqueline Carey ci porta per l’ultima volta fra le terre di questo mondo, spostando il fuoco ed il punto di vista dalla famiglia reale della Città di Elua ad Alba, terra che fino ad ora era stata vista come una controparte a Terre d’Ange e che grazie a Moirin si impara a conoscere meglio, con tutte le usanze del popolo, in seguito alle conseguenze del gesto di Berlik, secoli e secoli prima.
La Carey ci regala un nuovissimo cast di personaggi che per alcuni versi possono riprendere i tratti di coloro che già conosciamo e di altri che sono completamente nuovi ed avvincenti. La lettura in lingua originale è scorrevole e descrittiva quanto basta per catturare il lettore immediatamente, senza fargli avvertire lo scorrere del tempo.

 

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