Miss Alabama e la casa dei sogni – Fannie Flagg

Passeggiando in aeroporto, in attesa di prendere il volo per Dublino, dove potevo stare, se non tra gli scaffali di una libreria? Questa copertina giallo ocra, dal sapore vecchio stile e un titolo ancora più old fashioned, mi salta subito all’occhio, e così, tornata in patria, la prima cosa che faccio è andare alla mia libreria di fiducia e comprarlo. L’autrice non la conoscevo, ma “Pomodori verdi fritti” è un titolo che un po’ tutti almeno una volta abbiamo sentito in giro. Così, mi sono messa a leggere “Miss Alabama e la casa dei sogni” durante le vacanze di Pasqua.

La storia racconta di una donna che potrebbe essere nonna ma è ancora una signorina, perché, nella sua vita piena di rimpianti, non s’è mai sposata con l’amore della sua vita, ma ha preferito accettare un volgare compromesso, come spesso succede. Maggie è una signora della vecchia America degli anni ’50 che non riesce a capacitarsi di essersi ritrovata nel 2008 solo con un mucchio di rimpianti e tante preoccupazioni. Si preoccupava di cosa diceva la gente, si preoccupava di essere stata Miss Alabama, si preoccupava di essere gentile, ma a quanto pare, si stava anche dimenticando di vivere. Tant’è che mette a punto il piano perfetto per un suicidio: non lasciare tracce e lasciare tutto in ordine dopo la sua morte. Dopotutto, è nella sua natura gentile procurare il minor fastidio possibile al prossimo. Ma, ahilei, non sapeva che degli imprevisti assolutamente non contemplati nel suo piano perfetto, le avrebbero procurato tante e tali preoccupazioni da indurla a rimandare sempre la sua missione.

Ebbene, l’inizio è un po’ fiacco: le protagoniste, che hanno tutte tra i sessanta e gli ottant’anni, guardano al mondo moderno con gli occhi incantati dell’America di una volta, come se ascoltassero perennemente Doris Day con un paio di auricolari invisibili e portassero delle lenti a contatto che le inducono a guardare al mondo come se fosse ancora un grande musical in technicolor.

O per lo meno questo è quello che fa Maggie. Ma le sue amiche non sono da meno: Twitter? I ragazzi neri che fanno i rapper per le strade? Birmingham, Alabama, senza più le sue ville storiche costruite secondo lo stile inglese , a causa di un’agente immobiliare senza scrupoli?

Una storia in cui si passano in rassegna i ricordi di una vita intera che si vuol dimenticare col suicidio.

Certo, è un po’ strano per una ragazza di 23 anni leggere una storia in cui la protagonista non potrebbe essere  più lontana da lei, tanto che durante la prima parte del libro, leggevo leggevo leggevo senza che nemmeno un commento piccolo piccolo mi si affacciasse nel cervello. Ma passata la metà, la storia si fa interessante, e un mistero che verrà svelato solo nella penultima pagina del libro prende piede e ti sorprende.

Questa è una storia che si rivela dolce, che per un paio di giorni ti fa guardare al mondo da una prospettiva diversa e inaspettata, e che ricorda che c’è sempre un motivo per lottare, e che, per dirla con le parole di Hazel Whisenknott, c’è sempre un’alba meravigliosa al nostro risveglio, anche dopo la notte più scura.

 

 

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