Maschio bianco etero-John Niven

Maschio, bianco etero è un romanzo molto divertente, ironico, sarcastico quanto basta, irriverente, dissacrante, davvero spassoso. Ho avuto la fortuna di conoscere John Niven alla grande invasione di Ivrea ed è simpatico ed arguto, proprio come la sua scrittura.

“Tutto quello che voleva Kennedy – tutto quello che aveva mai desiderato – era di fare sempre e comunque quello che gli andava senza mai pagarne le conseguenze.  Era chiedere tanto?”

Direi che in questa breve citazione è contenuta l’essenza del romanzo e del personaggio del suo protagonista. Kennedy, scrittore e sceneggiatore di successo, con un grande talento per la scrittura, un best seller al suo attivo, due mogli, una figlia; ama le donne, la buona cucina e tutti i piaceri della vita e non è pronto ad accoglierne le responsabilità con pura, candida innocente (forse non tanto innocente) trasparenza e sincerità. Per motivi fiscali si ritrova costretto a “migrare” dagli Stati Uniti all’Inghilterra e ad accettare l’incarico di insegnare all’Università “scrittura creativa”, cosa quanto mai inutile per Kennedy. Oltre a ciò si ritrova a dover affrontare qualche responsabilità verso moglie e figlia e qualche fantasma del passato, una sorella morta e una mamma malata. . .download (3)

Se proprio dovessi riscontrare una piccola pecca nel libro, direi che il finale non è proprio all’altezza del resto del romanzo, l’ho trovato un po’ scontato. Ma è solo un’opinione personale.

Lo stile è simile a Bukowski, ma meno carico di giudizio. Pertanto se amate Bukowski e/o avete voglia di una lettura vera, scorrevole, leggera ma non priva di riflessioni sulla vita e anche sulla letteratura non potete proprio perdervelo.

Viceversa se siete moralisti e bacchettoni, astenetevi dal leggerlo, potreste sconvolgervi.

 

Condividi
Recensione di
Miriam Caputo

Sono una divoratrice di libri, che ama la scrittura. Mi piace raccontare le storie che ho letto, ma anche inventarne di nuove e creare personaggi. Mi rispecchio in questa frase:
"Io voglio essere la trapezista, che fa il triplo salto mortale con il sorriso, la leggerezza, e non fa vedere la fatica dell'allenamento, perché altrimenti rovinerebbe il tuo godimento di lettore. Io voglio essere la trapezista e nulla voglio trasmettere della fatica del mio scrivere"
(Andrea Camilleri).

Vedi tutte le recensioni
Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

3 commenti
Recensione di Miriam Caputo