L’Universo Oscuro – Richard Panek

"Benissimo. La storia dell'astronomia è piena di scoperte che sembrano fatte apposta per ridimensionare Homo sapiens. Ma, in cambio di queste lezioni di irrilevanza, abbiamo sempre potuto dire di aver quantomeno conseguito una conoscenza più approfondita dell'universo."

Inizio questa recensione con un po' di insana autoreferenzialità, avevo scritto un po' di tempo fa la recensione del libro "I Re del Sole, il racconto dell’astronomia moderna.", quest'opera si può considerare come un'ottima aggiunta a quel, già di suo molto pregevole, lavoro. Penso, o almeno mi piace pensarlo, che almeno una volta nella vita ognuno di noi abbia avuto l'occasione e il piacere di potersi sdraiare, o almeno sedere, sotto un cielo stellato, di rivolgere lo sguardo verso le profondità del cosmo e di meravigliarsi davanti al suo spettacolo sublime. Sappiate, anche se spero lo sappiate già, che quello che avete visto e che vi ha meravigliato è praticamente un niente, un filo di paglia in un pagliaio. Già nel 1609 Galileo Galilei ha aperto ulteriormente i nostri occhi e ci ha spinto a guardare ancora più in profondità, mostrandoci le valli sulla Luna, i satelliti di Giove, le fasi di Venere e le macchie sul Sole. E, ancora, questo è niente di tutto quello che l'universo ha da mostrarci. Sulla scia di questo ampliarsi di orizzonti, una costante dell'astronomia per non dire della scienza in generale, si muove il racconto dell'Universo Oscuro di Panek.

Attraverso la storia di alcuni gruppi di ricerca e di alcuni scienziati si ripercorre l'ascesa della cosmologia da filosofia a scienza. Il passaggio dalla pura speculazione filosofica, ed in alcuni casi puramente matematica, alla formulazione di esperimenti e quindi la ricerca di prove che possano verificare la teoria e costruire scenari coerenti, fino alla possibilità di ottenere uno scenario di riferimento unico. Il libro scorre velocemente, tutte le volte che viene introdotta un'idea o un concetto tecnico, la spiegazione arriva puntuale, asciutta e molto chiara, per quelli che ne sono terrorizzati, formule matematiche non se ne vedono, numeri ogni tanto, con parsimonia, ma con i valori da capogiro, di quelli che facciamo fatica ad immaginare.

A questo punto giusto due parole sul perché e in che senso l'Universo è oscuro. Nelle vostre notti stellate, quelle di cui sopra, forse vi sarete posti la domanda, ma quante stelle ci sono? Ecco, in modo un po' più formale, ci si potrebbe chiedere qual è la massa dell'Universo? Sostanzialmente, quanta roba c'è la fuori? Il primo modo, che per quanto ingenuo con un po' di accorgimenti funziona, è puntare il telescopio al cielo e cominciare a contare tutta la materia che potete vedere, un po' di pazienza e molte dita delle mani dopo arrivate ad una prima stima. Ora metodo vuole di rifare il conto in un altro modo, questa volta aggiungendo al conto un po' di carta, penna e matematica. Si calcolano gli effetti gravitazionali della massa vista usando le equazioni della relatività generale, si controllano traiettorie, comportamenti e velocità e si vede che il conto non coincide, assolutamente, col precedente. Fatti i dovuti controlli, sbattendo la testa per un po', alla fine ci si arrende al fatto che non tutto quello che c'è si vede. Cioè che c'è molto di più di quello che si vede. Anzi, è ancora peggio, oltre ad esserci materia mancante c'è pure un'energia mancante e che non sappiamo come vedere. Tutto l'universo che vediamo e di cui siamo fatti è una quantità tra il 4% e il 5%. Il resto? Benvenuti alle frontiere della cosmologia moderna.

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Recensione di
Cirdan
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5 commenti
  • Ma c'è davvero il pericolo di dover ritornare alla speculazione filosofica da cui siamo partiti? Cioè, se l'universo osservabile (non con riferimento alla materia oscura, ma proprio in termini di regione che possiamo osservare) è solo una parte di ciò che effettivamente esiste, come potremo mai sapere come è fatto il resto, se non per via congetturale? In pratica, un ritorno a quel lontano passato in cui gli strumenti di osservazione non esistevano, e stavolta non per scarso progresso umano, ma proprio per raggiunti limiti fisici dell'orizzonte osservabile. Mi pare che anche le teorie del multiverso vadano incontro a questo inconveniente, che le rende del tutto non scientifiche dal punto di vista della possibilità di falsificazione, secondo i canoni di Popper. Una possibilità che spaventa, praticamente la fine della scienza…. Se ne esce? E il libro dice qualcosa di utile, in proposito?

  • Di teoria del multiverso si parla incidentalmente a livello di pura citazione, oramai quando si parla di materia oscura la teoria delle "brane" è sempre in agguato. Il libro più che altro si concentra sulle osservazioni, in particolare si parla di teorie dello stato stazionario, caccia alle supernove, legge di Hubble e si mette, sempre, in primo piano il valore dell'osservazione e il rapporto con la teoria. Per quanto riguarda la possibilità di fare le osservazioni è già accaduto che teorie nate su carte necessitassero di tempo prima di essere verificate, una per tutte la relatività generale. Quindi prima della fine abbiamo ancora qualche carta da giocare. Magari a forza di rivoltare le equazioni del multiverso prima o poi esce una qualche previsione =)

  • Molto bello, lo sto leggendo anche io! Anche se per il momento l'ho solo iniziato, devo dire che l'ho trovato scorrevole e per niente complesso. Anzi avrei preferito ci fosse qualcosa di più specifico matematicamente parlando e meno discorsivo, ma non posso pretendere tanto visto che il target non sono solo i matematici/fisici.
    Bella recensione!

Recensione di Cirdan