Le piccole memorie – José Saramago

Prima ancora che uno scrittore tra i più originali e un interprete tra i più lucidi del nostro tempo, José Saramago (Azinhaga, 1922 – Tías, 2010) è stato un uomo, la cui vita si trova riflessa più o meno direttamente nelle sue opere. Consapevole della traccia profonda che gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza avevano lasciato impressa in lui, Saramago ha voluto raccogliere le più importanti delle sue memorie giovanili: così è nato Le piccole memorie (As pequenas mémorias, 2006).

Il flusso dei ricordi non segue l’ordine cronologico degli eventi, bensì le libere associazioni di idee, nella consapevolezza, peraltro, che la memoria può tradire, confondere, sovrapporre, addirittura inventare. Saramago ripercorre così i suoi primi anni svolgendo e riavvolgendo più volte il film della sua vita, recuperando luoghi, persone ed eventi che lo hanno segnato per sempre.

E allora si dipingono nitidi davanti ai nostri occhi i giochi infantili sull’Almonda e sul Tago, la paura dei cani e l’attrazione per i cavalli, i successi e gli insuccessi scolastici, il primo risveglio della sessualità, le difficoltà economiche della famiglia, le prime letture, la morte del fratello maggiore, le estati nella fattoria dei nonni… mentre sull’Europa, e anche sullo stesso Portogallo, si addensavano le ombre del fascismo.9788807886157_quarta

Saramago definisce il se stesso del passato un «bambino malinconico», un «adolescente contemplativo e non di rado triste»: sono queste le radici dello scrittore pensoso e amaro di Cecità, della Zattera di pietra, della Caverna…; e nell’infanzia povera ma in fondo serena ritroviamo le radici del Saramago che apprezza, rispetta e ama le piccole cose. D’altro canto l’uomo adulto fa ben sentire la sua voce commentando gli eventi e le persone e lasciandoci qualche bella e intensa rifessione sul modo che avevano i bambini di un tempo (forse anche quelli di oggi?) di percepire lo scorrere del tempo o sulla crudeltà innata degli uomini.

Pagine complessivamente leggere, ma mai superficiali; spesso ironiche, secondo il tipico stile di Saramago; per lo più distaccate, grazie proprio all’uso dell’ironia e di periodi lunghi e sintatticamente complessi. Alcune delle “memorie” ricorrono anche nella raccolta Di questo mondo e degli altri, dove però il tono è più sentimentale: quelle prose risalgono però agli anni Sessanta e Settanta, prima che lo scrittore elaborasse lo stile maturo che gli ha fatto guadagnare il Nobel: d’altra parte, come sa bene chi ha letto a sufficienza di Saramago, il razionalismo disincantato delle opere della maturità è l’altra faccia di una medaglia di passione civile, politica, umana. E anche nelle Piccole memorie si sente una vita vera, intensamente vissuta e ancora più intensamente rimeditata.

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Recensione di
D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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