L’anima è un lenzuolo bianco – Aurora Venturini

L’argentina Aurora Venturini partecipò nel 2007 ad un concorso letterario e lo vinse con L’anima è un lenzuolo bianco (Las primas), convincendo i giurati che si trattasse di un giovane talento brillante: si scoprì poi che l’autrice era in realtà nata nel 1922 (a La Plata) ed era scrittrice già nota. Il romanzo è dunque opera di una ottantacinquenne ancora piena di brio e di storie da raccontare.

Yuna è una giovane donna affetta da un ritardo mentale che si accompagna ad alcune fobie ed ossessioni che l’ambiente in cui vive non fa che amplificare. Almeno però Yuna è bella e ha uno straordinario talento per la pittura che le consente di intraprendere una carriera da artista e di costruirsi, non senza fatica, una vita piuttosto normale. La sorella Betina, invece, e le cugine Carina e Petra, soffrono di disabilità (fisiche o mentali) più gravi. Il racconto copre gli anni dell’adolescenza e della prima giovinezza di queste ragazze “diverse”.images2

La storia è raccontata da Yuna nel suo peculiarissimo stile, che ogni giorno si arricchisce di parole nuove apprese attraverso lo studio caparbio del dizionario e di segni di interpunzione che a poco a poco la giovane impara ad utilizzare senza che la confondano e la stordiscano. Ma soprattutto l’intera vicenda è filtrata dal punto di vista di una ragazza consapevole della propria disabilità, almeno fino ad un certo punto. Scopriamo così una famiglia degenerata ed emarginata, la cui esistenza è scandita da situazioni grottesche, e poi lutti, violenze, stupri: una vita dolorosa e infelice, ma pur sempre vita. Yuna riemerge infatti ogni volta dalle tristezze e dagli orrori, che lei comprende solo in parte (eppure a volte meglio degli altri), con la sua voglia di vivere innata e incrollabile.

La storia di questa famiglia resta dolente e senza luce, tuttavia si legge con gusto e curiosità e i dipinti di Yuna, così come lei stessa li descrive, immaginifici, visionari, rimangono impressi con tenerezza.

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Recensione di
D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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