L’abito di piume- Banana Yoshimoto

Appena finito questo libro avevo deciso di stroncarlo malamente. E’ noioso, scontato, ripetitivo.

La protagonista Hotaru racconta in prima persona della vita che la aspetta dopo essere stata lasciata da un uomo più grande ed inoltre sposato, il quale prevedibilmente dopo qualche anno di relazione clandestina decide di tornare full time al capezzale della moglie. Per superare il momento, Hotaru abbandona la metropolitana Tokyo, che ormai non le appartiene più ed è diventato solo un covo di ricordi e rimorsi, per tornare a vivere al paesello e ritrovare una stabilità insieme alla famiglia ed alcuni vecchi amici. Qui incontra Mitzuru un ragazzo prevedibilmente problematico e misterioso, con cui nasce poco a poco un forte legame, anche grazie a una vicenda del passato che li lega profondamente. Il romanzo è striato di alcuni sporadici aspetti paranormali/ illusori, in cui l’onirico si confonde con il reale, cosa tipicamente presente nella letteratura giapponese, ma un po’ difficile da digerire per me occidentalona. E’ inoltre costellato di massime filosofiche un po’ buttate lì, una per tutte all’ interno del titolo che recita “Pensai che la gentilezza disinteressata delle persone, le loro parole spassionate, fossero come un abito di piume

La storia è sicuramente autobiografica per alcuni aspetti, ma questo risulta 9788807819384_quarta.jpg.448x698_q100_upscaleessere solo un limite a una narrazione più profonda. Il nome del famigerato fedifrago per esempio, non viene mai esibito, come se l’autore avesse paura di scrivere un nome per intero, e ogni volta si fa riferimento a lui come “il mio compagno”, cosa che riflette in modo imbarazzante una donna immatura ed eccessivamente coinvolta.

A conti fatti, per leggere una novel più interessante, magari scritta meglio, e sicuramente più coinvolgente, vi consiglio di andare a cercare il vostro diario di terza superiore, più o meno sarà la stessa cosa: rottura, tragedia, pianto, rinascita.

Unica nota positiva, è stato il post scriptum, in cui Banana Yoshimoto riassume il suo giudizio in merito al prodotto finale che in soldoni è : So che il libro fa schifo, ma spero che qualcuno lo trovi d’aiuto trovandosi a vivere un momento affine a quello della protagonista. Ho davvero apprezzato l’umiltà e il senso critico, e in extremis devo dire che qualche punto l’ ha guadagnato.

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Recensione di
Margherita Gabba

Sono Margherita, ho 30 anni e faccio il medico di Pavia. Amo la narrativa, soprattutto quella che pone l’ attenzione sulla psicologia dei personaggi. Tra i miei autori preferiti troverete Nevo, Franzen, Grossman e Svevo. In sintesi mi definirei una lettrice egocentrica; mi piace ritrovarmi nelle parole di altri, i fortunati scrittori che hanno il dono di sapersi raccontare nero su bianco. Ogni libro è un incontro e serve il giusto tempismo per amarlo davvero, per far scattare la scintilla che trasforma una bella lettura in un ricordo prezioso.

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