La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo

Siamo alle solite: un libro diventa un bestseller e la 01 Distribution (Per citare solo quella del caso) acquista i diritti di Audrey Niffenegger e fa de La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo (in Italia edito da Mondadori) un film che uscirà nelle sale del Bel Paese il 2 ottobre.
Il libro è una storia delizia, originale e fantastica che non ho intenzione di raccontare nei dettagli per chi avesse voglia di leggerlo prima di fare un salto al cinema. Henry è un uomo che per una strana “malattia” è in grado di viaggiare nel tempo. Ma non attraverso strumentazioni particolari o navicelle, no. Semplicemente lui appare e scompare lungo la linea temporale del tempo, là dove i grandi eventi della sua vita stanno compiendosi, succube della sua natura e senza poter smettere di essere trascinato da una parte all’altra della sua vita e della sua città.
Uno di questi eventi è Clare che Henry incontra per la prima volta in uno dei suoi salti temporali quando lei è appena una bambina e lui un maturo trentenne.

Il libro, non è un libro da leggere in maniera distratta: i salti temporali producono una fitta e complessa rete di avvenimenti, davvero difficili da mettere in successione lineare fin da subito ma alla fine, quando viene meso un punto a questo doloroso peregrinare, tutto appare chiaro e meraviglioso.
Sono di parte quando ammetto che il romanticismo non rientra nelle mie priorità di lettura, sono sincera ancora una volta quando vi dico che questo libro non racconta di una storia d’amore diabetica, ma di una storia forte, incredibile e straordinaria.
In Italia, quelli che si occupano di tradurre i titoli dei film (The time traveller’s wife è il titolo originale sia del libro che del film), non si sono smentiti nemmeno questa volta, rovinando l’intera presentazione della pellicola per noi tradotta in Un amore all’improvviso.
Seguendo una logica di mercato (che non condivido), questo titolo lascia immaginare che si tratti dell’ennesimo film zuccheroso per un pubblico quasi esclusivamente femminile.
Ma, se il film è rimasto fedele al libro di Audrey Niffenegger (cosa che raramente accade nelle trasposizioni), la traduzione italiana del titolo porterà a dei risultati completamente diversi da quelli che invece si sarebbero riscontrati semplicemente lasciando il titolo originale.
In questo modo si perde l’aspetto “fantascientifico” della storia e altre piccole e grandi tematiche che interessano un ampio spettro di pubblico: donne e uomini, single e ammogliati, amanti dei fenomeni paranormali, amanti delle storie d’amore, amanti dei film che ti lasciano un enorme punto interrogativo in testa e la voglia di ragionare ancora quando le luci in sala si sono riaccese.
Il film, come già detto uscirà nelle sale il prossimo 2 ottobre e sulla sua riuscita non posso ancora dire nulla.
Vi consiglio il libro però, una piccola perla di letteratura contemporanea e il trailer del film.
 
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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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6 commenti
  • ciao!! sono passata di qui, e ti lascio un saluto..(e grazie per avere visitato il mio blog).. ti faccio i miei auguri per il tuo sogno…

    penso che i sogni sono destinati anche ad essere realizzati prima o poi!

  • La tenerezza di questo libro mi ha spiazzata.
    Il finale credo abbia spremuto tutte le mie lacrime.
    (a mio avviso, grandissima prova di una scrittrice donna che sa immedesimarsi perfettamente nei pensieri del protagonista maschile senza tradirsi, tra le altre cose)

  • La tua recensione mi aveva particolarmente incuriosita e tanto l'ho detto in casa che mio marito ha deciso di regalarmi questo libro.
    Premesso che non sono una grande amante dei contemporanei (ho una predilezione spiccata per i classici), tuttavia è un libro dal quale non sono riuscita a staccarmi. L'ho letto in 5 giorni (un record per una mamma di due piccole pesti che nel frattempo combatte con le vertigini causate da un orecchio capriccioso ;) ), mi ha coinvolto e mi ha trasmesso un grande senso di struggente tristezza… ed è proprio per questo che non voglio vedere la trasposizione cinematografica… sono certa che nemmeno il regista migliore al mondo saprà rendere sullo schermo le emozioni che mi ha regalato questa brava scrittrice.

Recensione di Sara D'Ellena