La misura di tutto – Camilla Ronzullo

Camilla Ronzullo riesce in un intento non facile in questo periodo: scrivere un romanzo semplice senza farti sentire in colpa per averlo letto e anzi, quasi liberandoti da quella necessità imperante che ci “obbliga” a letture impegnate, a titoli da sfoggiare in metro o ad autori imprescindibili senza la lettura dei quali sei fuori da qualsiasi giro letterario che si rispetti.

Dopo una prima resistenza che mi ha accompagnato nelle prima pagine, mi sono lasciata conquistare e mi sono goduta la storia che, anche se a tratti prevedibile, ho trovato confortante, come se alcune situazioni descritte e alcuni personaggi fossero nati non solo dalla penna dell’autrice ma anche dalla mia. Provo a spiegarmi meglio: durante la lettura, ho ritrovato molto del mio personale immaginario prima che questo venisse violato dalle esperienze della vita adulta, responsabile e realista: il voler prendere e partire da sola all’avventura, il viaggio senza una data di rientro, far parte di una compagnia strana ma che si rivela poi la migliore in assoluto, un amore che nasce quasi inevitabilmente, posti segreti da scoprire, un diario da riempire.

C’è tutto questo nella storia di Nina, Gerri e Cesare che, praticamente sconosciuti, da Milano partono alla volta di Lampedusa condividendo la macchina, i ricordi e le loro speranze.

Il viaggio sarà per tutti e tre un momento di riflessione e di scoperta degli altri, di loro stessi e di alcune bellezze nascoste dell’Italia che si ritrovano ad attraversare. Sebbene sia difficle di questi tempi immaginare di licenziarsi e partire con degli sconosciuti per un tempo indefinito è quello che fa Nina, raccontandoci le tappe del viaggio nel suo diario che è effettivamente il libro che teniamo tra le mani.
La forma del diario è stata riportata fedelmente nella stampa del libro: infatti sebbene penalizzato da una classica stampa in bianco e nero, troviamo delle bellissime note scritte a mano a margine dei paragrafi, ritagli di giornali e cartoline, frasi sottolineate e altre cancellate, insomma quanto di più simile alla riproduzione di vere pagine.

Questa scelta grafica mi ha riportato subito ad un libro grandioso nella sua realizzazione ovvero S. La nave di Teseo, che è esattamente come un vecchio libro di biblioteca del 1949 con tanto di timbro, elenco delle persone che ne sono entrate in possesso, macchie, usura e incredibile… il profumo di antico. Tra le pagine del libro sono infilate vere cartoline, lettere scritte su fogli protocollo, mappe disegnate su tovagliolini del bar, fotografie, documenti, fogli di giornale, il paradiso insomma per i feticisti dei libri (oltre ad essere stampato a colori)!

La misura di tutto edito da Magazzini Salani, omaggia questa incredibile idea con una realizzazione più economica ma non meno godibile, soprattutto considerando che, almeno nel panorama editoriale italiano penso sia la prima volta che si ha il coraggio di uscire fuori dai canonici criteri di stampa e di approdare in libreria con una novità del genere.

Dobbiamo ricordarci più spesso di essere così leggeri, perchè gli ingredienti della felicità sono sempre gli stessi e sono semplicissimi.

 

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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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