La filosofia in cinquantadue favole – Ermanno Bencivenga

Sulle antologie per il biennio delle scuole superiori, per lo più ripetitive, capita tuttavia a volte di incontrare qualche autore contemporaneo di cui vale la pena approfondire la conoscenza. È il caso di Ermanno Bencivenga, nato a Reggio Calabria nel 1950 e laureato a Milano, poi trasferitosi negli Stati Uniti dove attualmente insegna Filosofia all’Università della California (Irvine). Filosofo e saggista, pubblicò nel 1991 una prima raccolta di favole, La filosofia in trentadue favole, successivamente ampliata fino alla misura attuale di cinquantadue (2011).

Si tratta appunto di cinquantadue brevi racconti di una o al massimo due paginette di stampa, popolati dai personaggi più vari: dal numero quattro che un giorno si stancò di essere pari e prevedibile, al bambino che alla nascita era rimasto legato alle cose e sentiva dolore se una porta sbatteva o se veniva pestata la coda al gatto, alla nota blu discriminata da tutti…

Il libro è nato dall’esigenza dell’autore di spiegare ai più piccoli (e prima di tutti ai propri figli) in cosa consista il “mestiere” di filosofo; d’altra parte, come afferma lo stesso Bencivenga, il filosofo, irriverente, giocoso, critico, lunatico, è in fondo un bambino che si rifiuta di crescere.4965657af186b9092c7a96976ffe881c_XL

Il pensiero è bello, è creativo, è costruttivo, purché resti libero e condiviso: come insegna la favola della piccola Sara che voleva trovare un posto per conservare una bella idea e che poi comprese che le idee devono volare libere nell’aria. Perciò Bencivenga vuole che ci avviciniamo all’arte del pensiero con leggerezza, riscoprendone il fascino e la semplicità, senza però per questo banalizzare. E la favola può stimolare il pubblico dei giovanissimi, ma in realtà chiunque sia curioso di essere introdotto, o reintrodotto, alla filosofia, a riflettere sui più disparati temi e problemi.

Si tratta di un libriccino agile e di piacevole lettura. Non tutte le favole mi sembra che “funzionino” in maniera ugualmente efficace, ma alcune sono veramente graziose e qualcuna anche commovente, come quella del bambino che aveva paura e poi partì per deserti e montagne.

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D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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