La casa degli anonimi – Giovanni Agnoloni

Internet costituisce la più grande rivoluzione nel campo della comunicazione dal tempo dell’invenzione della stampa. Chi, come me, è nato ai tempi della televisione in bianco e nero e del telefono grigio a rotella non può che provare un senso di vertigine e al tempo stesso di orgoglio di fronte al progresso così consistente e così rapido degli ultimi venti anni; e certamente potrà assistere ad un’ulteriore sconvolgente evoluzione del sistema della comunicazione. Tuttavia, a differenza dei giovani nativi digitali, i nostri bambini e ragazzi che non hanno conosciuto altra realtà che quella della connessione globale e perenne a internet, e che sguazzano felici e inconsapevoli nel gran mar della rete, a noi delle generazioni precedenti tocca essere la coscienza critica del cambiamento. È sempre difficile valutare un processo quando vi si è immersi, a maggior ragione in questo tempo in cui il progresso tecnologico procede con rapidità vertiginosa. Tentare di comprendere la realtà nella quale viviamo è però un dovere di ciascuno di noi, per provare a costruire un futuro più consapevole e quindi migliore. Da parte mia non posso negare che la rete mi fa paura: io, che mi reinventerei a fatica l’esistenza senza internet, al tempo stesso lo temo. Temo gli effetti di omologazione, di stordimento intellettuale ed emotivo che mi sembra che le nuove generazioni (e non soltanto loro) patiscano a causa dell’utilizzo delle nuove tecnologie; e temo lo sfruttamento da parte dei poteri forti di questo approccio acritico.

Immaginiamo dunque che in futuro non lontano la Rete sia diventata un vero Sistema globale, di potere oltre che di comunicazione. E immaginiamo che questo Sistema sia crollato all’improvviso lasciando il mondo privo di internet, in preda al disordine, mentre il clima subisce cambiamenti inspiegabili. Immaginiamo ancora che un gruppo sovversivo, chiamato degli Anonimi, combatta nell’ombra per evitare il ripristino del Sistema. Ci ritroveremo così nel 2027 che fa da sfondo al romanzo di Giovanni Agnoloni (Firenze, 1976) La casa degli anonimi (2014).

Nel libro si intrecciano le storie di Ahmed, che viene dall’Iraq e vive in Marocco, dove lavora come guida turistica; di Tareq, emigrato dall’Iraq negli USA, prima soldato e poi informatico; di Aurelio, musicista fiorentino; di Emanuela, fiorentina anche lei, editor per la casa editrice Fabbrucci; di Kasper, pensatore olandese che ha scritto un libro sullo sfilacciamento della comunicazione globale dopo il crollo del Sistema. Ai capitoli dedicati ai vari personaggi stampati in carattere tondo e narrati (con poche eccezioni) in terza persona, si alternano altri capitoli in carattere corsivo e in cui parla un io narrante che appartiene a una dimensione diversa e misteriosa. A poco a poco, nel corso del romanzo, si delinea una realtà difficile, in cui il crollo della rete ha provocato non solo disagi materiali e logistici nelle comunicazioni, ma anche sentimenti di diffidenza e di rabbia che si aggiungono al generale ottundimento delle intelligenze e delle emozioni provocato dal Sistema e ancora perdurante. Mentre le stagioni atmosferiche subiscono imprevedibili sconvolgimenti e le trame occulte del potere si infittiscono, i vari personaggi e dimensioni si riveleranno progressivamente legati da relazioni insospettabili.

Il romanzo appartiene ad una serie, inaugurata da Sentieri di notte nel 2012 e che si concLa-casa-degli-anonimi-copertinaluderà con un nuovo libro di prossima pubblicazione; pertanto non tutti i (tanti) misteri che attraversano il libro vengono svelati. Ciò che innanzitutto colpisce è l’atmosfera greve, il senso di oppressione che domina il romanzo e che coinvolge uomini, cose, paesaggi, accrescendo il senso di un ignoto angosciante. Il romanzo inoltre è infarcito di sogni e di “segni”, che vanno tutti in direzione della misteriosa casa degli Anonimi senza che però, appunto, tutto venga chiarito.

L’autore appartiene al movimento del Connettivismo, che sostiene «l’illusione del mondo virtuale e l’inganno del mondo reale» e si propone di rintracciare «le connessioni segrete che custodiscono il significato e lo spirito di tutte le cose» (la matrice remota mi sembra il Decadentismo di fine Ottocento). Nato nel 2004, il movimento sta acquistando caratteri sempre più precisi, cercando al tempo stesso di svincolarsi da definizioni di genere ritenute dai connettivisti restrittive (come quella di “letteratura fantascientifica”). L’elemento fantascientifico è senz’altro presente, ma certamente non è l’unica chiave di questo romanzo.

A questo punto è opportuno attendere l’ultimo capitolo della serie prima di esprimere un giudizio compiuto. Per ora si può senz’altro dire che siamo davanti ad un’opera scritta bene (se si eccettua un uso transitivo del verbo “dubitare”) e che in particolare nelle parti in corsivo è caratterizzata da un linguaggio immaginifico e suggestivo che intende appunto alludere “oltre” la definizione razionale delle cose e degli eventi; il libro inoltre riesce a tenere viva la curiosità dei lettori mentre al tempo stesso pone un interrogativo importante, assolutamente serio e angoscioso, sul futuro prossimo che ci attende. Mi incuriosisce davvero leggere la risposta che Agnoloni vorrà offrire ai suoi lettori.

*****

Un’altra recensione a questo romanzo si può leggere -> qui

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Recensione di
D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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