Intervista all’autore #1 – Kristin Harmel, Finché le stelle saranno in cielo.

Dopo aver letto e recensito per voi Finché le stelle saranno in cielo (in originale The sweetness of Forgetting), abbiamo intervistato l’autrice Kristin Harmel che non solo ci svela la genesi del suo romanzo ma illumina tutti gli scrittori in erba (e non) con un consiglio utilissimo!

Traduzione a cura di Chiara Pietropaolo.

LI: Dove hai trovato l’idea della storia? Come capisci quando una storia è buona abbastanza per diventare un romanzo?

KH: Quando ero adolescente il mio libro preferito era Il diario di Anna Frank, e infatti, il liprimo racconto che ho scritto per una gara, quando avevo più o meno 12 anni, riguardava la Shoah. Ho sempre voluto scrivere un libro legato alla Shoah, ma le altre componenti del libro –una famiglia lacerata, un amore perduto, una nonna affetta da Alzheimer, una bambina confusa  e un segreto religioso- si sono evoluti durante gli anni in modo naturale. Per esempio, proprio mia nonna ha l’Alzheimer, quindi, diventando questa malattia un pezzo della mia vita, ha trovato naturalmente il suo posto nella storia. La prospettiva religiosa proviene da un viaggio di ricerca che ho fatto a Parigi, durante il quale ho scoperto che i Musulmani della Grande Moschea di Parigi hanno davvero contribuito a salvare molti Ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, spesso insieme ai Cristiani. È stato incredibile ascoltare le storie di tre religioni diverse, che hanno lavorato insieme così da vicino durante una delle ore più buie della storia.

LI: Qui alla Libreria Immaginaria amiamo tutti leggere, ma anche scrivere. Raccontaci, dove scrivi? Qual è il momento migliore della giornata, e dove prendi l’ispirazione?

KH: Ottima domanda! Scrivo in un piccolo ufficio attaccato alla mia cucina. Questo, per me, è proprio il luogo ideale, perché ogni volta che mi viene il blocco dello scrittore, sfornare dolci di solito è la soluzione!
Scrivo di mattina, in genere sei giorni a settimana (tutti i giorni tranne la domenica), dalle 7:30 fino alle 13 circa. Nel pomeriggio, dopo aver fatto esercizio fisico e aver pranzato, faccio altre cose, come scrivere per i giornali o rispondere alle mail dei lettori. E non credo di sentire davvero il bisogno di ispirarmi a qualcosa: sono quasi sempre davvero felice di scrivere. Una volta aver scritto la bozza di un libro, che è sempre la prima mossa per iniziare il mio lavoro, mi sento sempre ansiosa di tuffarmi a capofitto nella stesura dei capitoli. È sempre molto divertente imparare a conoscere i miei personaggi!

kLI: La storia narra di un grande segreto all’interno della famiglia della protagonista. Che rapporto hai tu con i segreti? Nei hai qualcuno che vorresti condividere con noi?

KH: Ah! No, sono sostanzialmente un libro aperto. Non ho grandi segreti! Però penso che i segreti e tutte le cose non dette possono distruggere le famiglie, perché quando una bugia è il cuore di un rapporto, le basi non sono mai solide. È per questo che cerco sempre di essere il più onesta possibile con le persone che amo.

LI: Noi della Libreria abbiamo già recensito Finché le stelle saranno in cielo, e siamo orgogliosi di consigliarne la lettura. Vorresti dire qualcosa alle persone che (qui in Italia sono davvero tante!) cercano di pubblicare i loro libri?

Vi ringrazio per la bella recensione!  Alle persone che cercano di scrivere un libro, io consiglio di scegliere tre tra i vostri libri preferiti (del genere di cui intendete scrivere) e delineare la bozza di ognuno di questi tre libri. In altre parole, leggete il libro e riassumete ogni capitolo in un paragrafo. Alla fine di questo esercizio, che vi impegnerà per qualche settimana, otterrete gli schizzi dei vostri tre libri preferiti.
12986965Ora, trascorrete una settimana leggendo attentamente i vostri schemi, finché non comprenderete il ritmo dei libri. La scrittura è legata al ritmo e non è qualcosa che può essere insegnata. Piuttosto, è qualcosa che si può sviluppare in se stessi, comprendendo davvero il ritmo dei libri che sono stati apprezzati dal pubblico. Una volta aver speso un momento a capire il ritmo di questi tre libri preferiti, usate i bozzetti come base per creare la vostra bozza personale. Non ho mai scritto senza schemi. Penso che questo sia un passo fondamentale, perché vi dà l’occasione di controllare la trama senza perdere tempo dietro a centinaia di pagine. Appena sentite di avere un valido canovaccio, dedicate del tempo a conoscere i vostri personaggi, e poi cominciate a scrivere il primo capitolo. Avere una bozza è come avere una mappa stradale dell’intero libro. Vi renderà la vita cento volte più facile, permettendovi di scrivere comodomante il vostro romanzo!

LI: Grazie per averci dedicato il tuo tempo! Per finire, lasciaci con la tua scena preferita nel libro: siamo curiosi!

KH: Ottima domanda, per la quale non sono sicura di avere un’ottima risposta. Suppongo che la mia scena preferita potrebbe essere l’ultima. Ma a parte questa, devo dire che mi piacciono molto alcune scene di Hope a Parigi, perché adoro Parigi ed è stato bellissimo scrivere di un posto che amo così tanto.

Read the engligh version of this interview!

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