Intervista a Tiffany McDaniel e a Lucia Olivieri – L’estate che sciolse ogni cosa

Senza ombra di dubbio L’estate che sciolse ogni cosa è uno dei libri più belli che abbia mai letto e visto l’hype scatenato nei vari bookstagram il mio parere sembra essere condiviso da moltissimi lettori di tutto il mondo.
La mia curiosità mi ha spinto a chiedere un’intervista all’autrice che fin da subito si è dimostrata estremamente disponibile e gentile e, dopo una serie infinita di complimenti rivolti al suo romanzo, ha accettato di rispondere ad alcune domande:

Dopo aver letto L’estate che sciolse ogni cosa è nata in me una curiosità fortissima di sapere come si crea un mondo intero con persoggi così intensi…
Ho scritto L’estate che sciolse ogni cosa l’estate dell’uccisione di Eric Garner. Il poliziotto colpevole dell’omicidio non è stato nemmeno indiziato e io volevo scrivere un libro che fosse incentrato sul razzismo sistemico all’interno della nostra società.
Ho basato l’esperienza di Sal su quella di mio nonno Landon che era di pelle scura. Nonostante mio nonno Landon avesse un’eredità genetica Cherokee, ha dovuto affrontare il razzismo in comunità prevalentemente bianche, come Sal.
Gli altri personaggi sono venuti fuori dalla mia immaginazione. Per l’ambientazione di Breathed, ho preso ispirazione dalla cittadina nel sud dell’Ohio dove sono cresciuta e dove ancora vivo oggi.

Qual è la tua routine di scrittura?
Non ho una routine e sono abbastanza libera nello scrivere. Non ho un tempo schedulato durante la giornata.
Scrivo prima con carta e penna e solo dopo trascrivo sul computer. Ho blocknotes in tutta casa quindi quando ho un’idea o un’immagine mi raggiunge, prendo uno dei blocknotes e scrivo tutto.
Non delineo o pianifico il libro prima del tempo. Mi piace la naturale evoluzione della storia sulla pagina. Inizio sempre con il titolo e la prima riga che a loro volta aprono il rubinetto per far venire fuori il resto della storia.

In Italia siamo letteralmente impazziti per L’estate che sciolse ogni cosa: puoi raccontarci un aneddoto divertente sul libro?
La cosa divertente è che questo libro è stato il mio primo romanzo ad essere pubblicato ma è il mio quinto o sesto libro che ho scritto.
Ad oggi posso dire di avere scritto quasi 20 romanzi non pubblicati.

Appena 35 anni ma non sei presente su nessun social network, come mai?
Non sono mai stata attratta dal mondo dei social media ma sono piuttosto in ritardo con la tecnologia.
Il mio cellulare è spento la maggior parte del tempo, uso il computer solo per il lavoro e le email e provo a limitare il tempo che passo sullo schermo. Preferisco di gran lunga stare fuori nella natura piuttosto che su un dispositivo digitale.
Sono cresciuta nei giardini e con le piante, sono così felice tra le loro foglie verde e i fiori!

***

Lo stile di Tiffany McDaniel è così personale che la curiosità verso il lavoro di traduzione mi ha portato sulle tracce di Lucia Olivieri che si occupa delle traduzioni della McDaniel per Atlantide Edizioni; anche Lucia come Tiffany non ama parlare di sé e non usa i social network, se non per mostrare altri lati della sua anima artistica.

Alla mia domanda sul tipo di lavoro che ha svolto per mantere viva la voce originale dell’autrice, Lucia risponde come un fiume in piena regalandoci un insight sul lavoro di traduzione e al contempo una recensione meravigliosa de L’estate che sciolse ogni cosa:

Il lavoro del traduttore sta tutto nel cercare di ricreare la voce del testo, gli accenti e le cadenze dell’originale. Si possono perdere per strada tante altre cose (qualcosa si perde sempre nel passaggio da una lingua all’altra), ma non questa.

Tuttavia, se nelle orecchie del traduttore risuonano le sfumature, la musica, gli accordi dell’originale, si é già a metà dell’opera.
Insomma, per tradurre bene é sufficiente leggere bene. Non é poco, d’accordo, ma si può fare, ed é molto bello, anche. 
Molto bello soprattutto quando si lavora con un libro come L’estate che sciolse ogni cosa di Tiffany McDaniel, scritto in una lingua lussureggiante e barocca, ma senza una parola di troppo, senza una virgola fuori posto. Uno stile immaginifico e potente come quello di Tiffany finisce anche per essere straordinariamente semplice per un traduttore che si trovi ad amarne la ricchezza, la densità, l’ineludibile eloquenza. In questo senso non ricordo un solo passo difficile, perché una volta entrata nella storia, e innamoratami perdutamente di Sal, la traduzione é scivolata via con tutta la spontaneità e naturalezza del mondo.
L’estate che sciolse ogni cosa é un libro che ti strappa il cuore.
Sal ne illumina le pagine di bagliori intensissimi e improvvisi. Ascoltiamo questo ragazzino nero dagli occhi verdi come le foglie più verdi, con due lunghe cicatrici che gli solcano la schiena all’altezza delle scapole, parlare con una saggezza antica, inattesa sulle sue giovani labbra, quasi conoscesse tutto il male del mondo, e nella sua scarnita magrezza avesse accettato di portarne il peso sulle spalle. Sentiamo che egli custodisce nel cuore una sconfinata, inalienabile nostalgia per il bene. Il bene e la bellezza che nel mondo comunque albergano, e alla fine lo redimono. Sal commuove, stupisce, innamora come raramente accade, e nel lasciare Breathed e le pagine di questo libro, si scopre di avere, sì, il cuore in frantumi, ma anche i semi di una saggezza che potrà ricucire lo strappo del dolore. 

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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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