In città zero gradi – Daniel Glattauer

Provata ad immaginare la cosa più imbarazzante mai successa durante una relazione amorosa.  Fatto? A quanto è salito il vostro livello di imbarazzo? A me tantissimo.
Tuttavia, devo ringraziare Daniel Glattauer che con il suo nuovo libro, mi fa credere che non c’è davvero mai fine al peggio e… all’imbarazzo.

In poche parole la trama: Max è uno pseudo giornalista che, oltre ad avere un cane attivo quanto la carta da parati e un’insofferenza al Natale, ha anche un terribile trauma infantile che gli impedisce di… baciare.

Non starò qui a dirvi il perché, né tantomeno cosa ne sarà di lui quando il Natale e l’Amore arriveranno a braccetto senza lasciargli scampo: avete mai provato a pensare ad una storia d’amore senza il Bacio? Max ci prova da una vita ma le donne si sa, sono creature romantiche.
Se avete il cuore propenso alle storie zuccherose condite da una spruzzata d’ironia, potete regalarvi questa lettura mentre anche nella nostra realtà il Natale sta arrivando.

Continua con questo libro il filone dedicato all’amore de I Narratori Feltrinelli già fortunamente inaugurato con Gli ingredienti segreti dell’amore e Ogni giorno, ogni ora, tutte sfaccettatture di uno stesso sentimento, di quello che più conta, di quello che ci fa sentire pieni e illuminati, di quello che ci fa soffrire, sognare e nel caso di In città zero gradi, sorridere.

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Vuoi vincere una copia del libro? Scrivi nei commenti alla recensione, la situazione più imbarazzante che hai vissuto durante una storia d’amore. Il racconto più esilarante (scelto a giudizio insindacabile della redazione domenica 27 novembre), riceverà il libro di Daniel Glattauer!

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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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11 commenti
  • Non sarà la cosa più imbarazzante del mondo, comunque…
    Ero a casa di una mia cara amica (l’aiutavo a preparare la cena per il suo compleanno, mi pare) e stavamo chiacchierando amabilmente di cose nostre, molto ridanciane. A un certo punto, quando ormai ero piegata in due e con le lacrime agli occhi, mi chiama sul cellulare il ragazzo con il quale uscivo all’epoca che inizia a farmi un discorso serissimo sulla fiducia, le priorità ecc. La mia amica, ignara di ciò che io tentavo di ascoltare e capire, ridendo mi fa (e tu vai a capire perché): “Sono finteeee?!”. Giuro, sì. Proprio così. Esattamente con QUEL tono. A quel punto non riesco più a contenermi ed esplodo in una fragorosa risata, proprio nel momento più serio del discorso serissimo. Un disastro. Mi giustificai come meglio potei e attacai. Ridendo.
    Fui pessima, lo ammetto. E quando poi affrontammo seriamente il discorso serissimo, mi sentii piccola piccola, con tanto di gote rosse al seguito.
    Il bello (o il brutto, fate voi!) è che se ci ripenso, mi viene ancora da ridere!

    Ps. Nota a margine: bella libreria (la seguo da un annetto) e bella recensione! :)

  • forse dovrei raccontare di tutte quelle situazioni intime-amorose, quando libero il mio “corpaccione” di 12kg dai miei vestiti davanti ad un uomo???!!! libreria immaginaria…..immagina che imbarazzo!!!

  • La situazione più imbarazzante mi é capitata alcuni anni fa, durante il servizio militare (eh già! sono uno di quelli che lo ha fatto).
    Ero in una di quelle situazioni ‘ad alto tasso di coinvolgimento’ con la mia donna e sul più bello mi chiama un compagno di stanza dalla caserma per chiedermi: “mmh, ciao, scusa l’ora, ti disturbo?” convinto fosse cosa di poco gli ho risposto: “no, figurati, dimmi” e lui: “mmh, è che, mi chiedevo, visto che non sei in caserma, che sei a casa, che non sei qui insomma…” temendo una telefonata fiume ho incalzato: “si ma fai in fretta che sto per entrare in galleria” e lui, imperterrito: ” si, già, cioé, volevo chiederti, sempre che non ti pesi, che non voglio creare problemi…”per inciso, ‘l’alto tasso di coinvolgimento’ era irrimediabilmente scemato verso ‘tiepido approccio amicale’, quindi esplodo un “COSA!” e lui “posso usare il tuo phon?”…
    La capacità di insultare ha assunto una connotazione mitologia nella mia vita da quel momento in poi; e non rispondo più al telefono!
    (vai con le risate registrate)

  • Io ci provo…
    uscivo da circa sei mesi con un ragazzo (tra alti e bassi) quando un giorno ricevo la telefonata seguente (ero al lavoro): “Ciao, tu non sai chi sono io. Sono un’amica di Mario, il ragazzo che ti ha portato alla festa di Natale di Luigi. Luigi mi ha chiesto di uscire con lui ma Mario mi ha detto che state insieme, così volevo sapere da te la verità…” Scopro un mese dopo, perché é Luigi stesso che me lo dice, che stavano insieme da 2 anni!
    Come direbbe un inglese, ho fatto la “back door girl” senza nemmeno esserne consapevole!

Recensione di Sara D'Ellena