Voglio mostrarti il mondo cosi com è adesso: la porta, il pavimento, la sedia del giardino attaccata al muro (…) è soprattutto per me che lo faccio: mostrarti il mondo,piccola mia, renderà la mia vita degna di essere vissuta
In autunno non ha una vera e propria trama ma è piuttosto una raccolta di piccoli saggi che compongono il primo di una serie di quattro volumi, uno per stagione, scritti da Karl Ove Knausgård per la figlia Anne, non ancora nata.
Nei mesi autunnali di settembre ottobre e novembre , corrispondenti al primo periodo di gestazione, presenta alla piccola i suoi genitori e i suoi fratelli ed infine, le presenta il mondo. Meduse, denti, pipì, foglie, chiese, benzina, vespe, cornici; è attraverso sessanta piccoli simboli che la vita le viene anticipata e in ogni capitolo l’ entità protagonista viene isolata e vivisezionata fino ad essere compresa nella sua unicità e talvolta nel suo significato più metaforico, intimo e personale.
Sono pagine che vanno lette con lentezza e attenzione per dare a ognuno degli elementi descritti la dignità che Knausgård cerca di trasmettere con la sua scrittura nuda e argentina. Se sarete in grado di farlo vi troverete all’ interno di un brillante esercizio di mindfulness in cui l’ autore ci fa assaporare una piacevole sensazione di “rallentamento” grazie alla scomposizione della quotidianità un una moltitudine di piccoli microcosmi perfettamente incastonati in una di quattro stagioni, un piccolo miracolo su cui normalmente sorvoliamo ma che a volte e soprattutto di questi tempi, si può rivelare rigenerante e salvifico.