Il sistema periodico- Primo Levi

Il sistema periodico ha ciondolato nella mia camera corredato di tutti i suoi vari elementi dai tempi del liceo, vale a dire almeno da una decina d’anni,  e solo per caso e’ stato aperto proprio quest’ estate. Devo ammettere che dal principio ho faticato a trovare un filo conduttore nella trama, (cosa che solitamente mi infastidisce parecchio), questo principalmente perche’ non ne e’ presente alcuna. Quello che ho trovato e’ invece un insieme di memorie e di racconti, una summa di tutte quelle piccole cose, semplici e materiche, che uno ricorda alla fine della vita.

In questa occasione, Primo Levi, l’uomo vissuto in un periodo e in una pelle delicati, resta una figura di contorno, limitandosi a comparire all’ inizio e alla fine del romanzo, o di  tanto in tanto in qualche riferimento casuale, per lasciare pieno spazio a un personaggio inaspettato e non meno affascinante: Primo Levi il chimico. Ogni capitolo e’ dedicato a un elemento ed a questo e’ legato attraverso una qualche analogia, cosi’ atomo dopo atomo si delinea un percorso tra infanzia, l’ universita, il lavoro, il campo di concentramento e la vecchiaia, in un viaggio che culmina nel carbonio, atomo condiviso della materia inorganica e organica, e per questo fonte della vita.

E’ evidente in queste pagine il bisogno dell’ autore di condividere con il suo pubblico una parte di se che sarebbe troppo difficile da comprendere attraverso tecnicismi. Non so quanti di voi siano chimici o cultori della materia, ma se lo siete credo che apprezzerete anche piu’ di me il ponte costruito tra scienza e lettere, dove la reazione tra un acido e una base diventa metaforicamente accessibile a chi si inende solo di figure retoriche e filologia.

La materia e’ materia, ne’ nobile, ne’ vile, infinitamente trasformabile, e non importa affatto quale sia la sua origine prossima

Attraverso osservazioni come questa diventa facile tracciare un parallelo tra il lavoro di chimico e la filosofia del continuo divenire che Levi ritrova nel suo mestiere, lui stesso infine svela al lettore il motivo che lo ha portato a scrivere questo libro che, al contrario del suo celebre  “Se questo e’ un uomo”, non vuole farsi carico di profonde morali o denunce, non vuole commuovere o far pensare. E’ seplicemente la descrizione di un mestiere che ha amato,  attraverso le piccole cose che lo hanno reso unico ma al tempo stesso sovrapponibile a qualsiasi altro e che, come ci ricorda, in fondo non e’ altro che il mestiere di vivere.

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Recensione di
Margherita Gabba

Sono Margherita, ho 30 anni e faccio il medico di Pavia. Amo la narrativa, soprattutto quella che pone l’ attenzione sulla psicologia dei personaggi. Tra i miei autori preferiti troverete Nevo, Franzen, Grossman e Svevo. In sintesi mi definirei una lettrice egocentrica; mi piace ritrovarmi nelle parole di altri, i fortunati scrittori che hanno il dono di sapersi raccontare nero su bianco. Ogni libro è un incontro e serve il giusto tempismo per amarlo davvero, per far scattare la scintilla che trasforma una bella lettura in un ricordo prezioso.

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