Il richiamo del cuculo – Robert Galbraith

Anche se non ho un gran rapporto con i romanzi gialli, ho dovuto leggere questo libro, se non altro perché avevo snobbato violentemente l’ esordio post-potteriano come un genere non nelle mie corde.
A parte il caso letterario che fu –non verranno aperti dibattiti sul perché e per come la Rowling ha deciso di usare uno pseudonimo, tranquilli-  la copertina accattivante e il background londinese, mi hanno attirato verso questa storia. Ho pensato di doverglielo, alla creatrice del mondo che ha magicamente animato la mia infanzia. Se non altro, per avere un giudizio obiettivo e non influenzato dai media o dai fan accaniti.

La trama è semplice: Lula Landry, famosissima modella londinese, muore nel cuore di una notte innevata. Cade dal balcone di casa sua. Una tragedia. Però, la povera Lula era disturbata psicologicamente. Aveva tutto –dal lussuoso appartamento, a milioni nel conto in banca, amici e famiglia, ma ciò non le ha impedito di gettarsi da quel balcone. La sua morte, nonostante la sua vita dimostrasse il contrario, è subito imputata agli squilibri mentali che la affliggono: è chiaro che Lula si è buttata di sua spontanea volontà. Caso chiuso. Archiviato.
Mesi dopo, l’ispettore Cormoran Strike viene assoldato  dal fratellastro della defunta modella, distrutto dal dolore, ma animato da una convinzione che la polizia si è rifiutata di assecondare: Lula Landry non si è suicidata, e Strike ha il compito di dimostrarlo.

Inizia così, nel più pacato dei modi, il secondo romanzo al di fuori delle mura di Hogwarts. Una narrazione piuttosto lenta e misurata, che si perde nei minuscoli dettagli gettati qua e là, quasi casualmente. Digressioni lunghe e noiose sulla vita passata dell’investigatore privato, e poco approfondimento per l’amicizia nata tra lui e la sua segretaria, Robin. Una miriade di personaggi appaiono e scompaiono confondendo il lettore, facendogli sospettare un minuto dell’uno, il secondo dopo dell’altra, per condurlo ad un finale in cui la confusione –apparentemente- regna sovrana, ma dietro la quale si nasconde l’ordine schematico e preciso che caratterizza la scrittura della Rowling.

Come si definisce bravo un attore che riesce a calarsi nell’interpretazione di più ruoli diversi tra loro, così la Rowling ha dimostrato di essere una scrittrice, tenendo desta l’attenzione del lettore anche in una storia che mai ci saremmo aspettati fuoriuscisse dalla sua penna.

Insomma, il colpo di scena c’è, l’intricato gioco di indagini –interessantissimo- pure, e la storia si fa leggere. Tre stelline a Robert Galbraith, che, mi auguro, torni presto.

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Recensione di
Trix
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