Il paradiso degli animali – David James Poissant

David James Poissant ci regala una splendida raccolta di racconti, racchiusa nel libro Il paradiso degli animali, pubblicato da NN Editore. In essa ritroviamo le stesse storie, le stesse emozioni (positive e negative) che noi comuni lettori affrontiamo giorno per giorno. Poissant vuole descrivere le disgrazie, i fallimenti, le lacune e le speranze dell’uomo medio, sentimenti che noi uomini comuni e ordinari percepiamo quotidianamente nell’eterna lotta per la sopravvivenza. Un universo di sensazioni proprie di tutti noi umani che viviamo la realtà del mondo facendo un passo dopo l’altro, vivendo giorno per giorno. E non avendo nessuno scudo, giustificazione, preghiera o scusa in grado di salvarci dal dolore, di redimerci dai peccati, di conoscere in anteprima il futuro e ciò che ci sarà.

Poissant rispecchia magnificamente tutte le ansie e le paure dell’uomo comune, a volte un po’ impaurito dalla natura, percepita come una forza contro la quale non si può assolutamente resistere, che non è possibile piegare al proprio volere senza scatenare conseguenze, a volte nefaste e orribili, altre volte positive e arricchenti.

Il filo che collega tutti questi bellissimi racconti sono gli animali, l’istinto animale naturalmente insito nell’uomo, e il rapporto che l’uomo ha (e che sa bene di avere) con la sua animalità, il suo senso istintivo che lo rende parte della natura. In ognuno dei sedici racconti contenuti in questa raccolta, tra i protagonisti figura un animale.

Nel primo racconto, L’uomo lucertola, a figurare è un coccodrillo. Un enorme coccodrillo con il quale si trovano a fare i conti i due protagonisti di una storia piena di rimorsi, delusioni e ricordi. La storia di un padre che, dopo molti anni, inizia a sentire il peso della solitudine e a domandarsi se le scelte prese molti anni prima siano state giuste, sia per sé che per i suoi cari.

Il secondo racconto, Il braccio, descrive perfettamente i sentimenti di un uomo che si sente profondamente insoddisfatto, deluso da se stesso, solo e senza prospettive. E che, a un certo punto della sua vita, si vede costretto a confrontare la sua condizione con quella di chi non ha avuto fortuna nella vita, di chi è costretto ad affrontare dure prove per poter vivere qualche minuto di ciò che i più chiamano “normalità”. E la forza serbata da queste persone, a differenza di quelli che invece sprecano il proprio tempo e la propria vita a piangersi addosso, è il vero messaggio di questo racconto. Poissant ci insegna, attraverso questo racconto e alla figura del gatto, con il suo carattere sinuoso e malizioso, che è “meglio non aver mai saputo che sapere e abbandonare, quello era imperdonabile. Era un peccato ingiustificabile”. E a volte, come il protagonista, quando ci sentiamo inadatti, inetti, inutili, dovremmo saper ricordare  “che gli adulti sono solo bambini che hanno preso delle decisioni”, e che quindi c’è sempre un’isola felice in cui possiamo trovare ristoro. Basta sapere dove cercare e, soprattutto, cosa.

La fine di Aaron, invece, è un racconto che lascia un po’ di amaro in bocca. Qui sono le api a fungere da regine: così come esse vivono in un alveare, dove tutto è organizzato e ordinato, dove tutto si svolge in funzione del bene della regina, così i due ragazzi protagonisti si sentono parallelamente esclusi dalla società. La vita all’interno di una comunità, di un gruppo, per loro è preclusa: nessuno dei due si è mai sentito parte di qualcosa, ma qualcosa al di fuori di tutte le parti, nata solo per prendersi cura l’uno dell’altra.

Nel racconto successivo, Il rimborso, la figura di un padre alle prese con i problemi del suo figlioletto ruba la scena a qualsiasi protagonista. Anche se qualcuno gli aveva detto “mai sposare una donna più intelligente di te. Altrimenti passi il resto della vita con la sensazione di non essere un vero uomo”, Sam aveva sposato Joy, una donna decisa e intelligente. Loro figlio Luke, tormentato dai bulletti, ha dei problemi a relazionarsi con gli altri bambini, ma Joy non sembra notare i drammi del figlio mentre Sam cerca in tutti i modi (giusti e sbagliati) di aiutarlo. Sam però dovrà riconoscere che “ero un bugiardo. Ero un uomo spinto dalla tristezza a imbastire promesse, il tipo di promesse che la vita non ti fa mantenere quasi mai”.91wWVZgOisL

Nell’ultimo racconto, Il paradiso degli animali, è di nuovo l’uomo lucertola a figurare. La conclusione della sua avventura rappresenta anche la conclusione del nostro viaggio introspettivo, costantemente alla ricerca di emozioni, amplificate all’ennesima potenza e trasmesse con semplicità da Poissant, maestro del racconto. Il protagonista torna a fare i conti con le sue scelte e tenta il tutto per tutto: cercare di tornare indietro, recuperare il recuperabile, redimersi dai peccati e riconquistare l’amore perduto di suo figlio. Ma, a mano a mano che il suo viaggio va avanti, egli deve accettare che niente è come prima, che il passato è un contenitore chiuso e nulla può modificarlo, se non il futuro. Infatti, quando torna nel paese in cui ha vissuto per anni con la famiglia, gli viene comunicato che “il paese sta crescendo. Tra poco non ci sarà nessuno, nessuno che potrà accogliere quello che lei chiama amore”.

Questi sono solo alcuni dei racconti della raccolta, tutta da scoprire e da leggere. Il paradiso degli animali si chiude con una nota del traduttore, che cita una frase molto pregnante e indicata per descrivere questo libro e ciò che vuole comunicarci: “gli animali cadono e si rialzano, spesso sconfitti ma pronti a riprovarci, proprio come noi”. È una frase di una famosa poesia di James Dickey, che parla di animali e che ha ispirato Poissant nella stesura di questa sua splendida raccolta. Sembra quasi che, in essa, egli trascriva tutto il dolore di cui siamo capaci, volendoci però dire: si può andare avanti, ce la facciamo.

Un’energia e una speranza che si cristallizzano nei sedici racconti, uno più bello dell’altro, uno più profondo e dolorosamente bello dell’altro. Un libro da leggere con calma, da capire fino in fondo per coglierne l’essenza vera, e il vero messaggio.

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Recensione di
Federica Bruno

Lettrice affiatata, non riesco a smettere di scrivere, scrivere, scrivere. Amo i libri gialli, l'ironia e la parmigiana di melanzane.

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