Il giorno prima della felicità – Erri De Luca

Scrittore, traduttore, giornalista, esperto di cose ebraiche, considerato una delle nostre migliori penne contemporanee, Erri De Luca (Napoli, 1950) scrive piccole storie che nella loro brevità sono capaci, a volte, di contenere un’epoca e un mondo; e forse di più. Spesso i suoi protagonisti sono ragazzi, sospesi tra l’infanzia e l’età adulta, incompleti, divisi, ma straordinari, proprio nel significato etimologico del termine: fuori dell’ordinario; e sempre, in qualche misura, autobiografici. Il giorno prima della felicità è il romanzo che De Luca ha pubblicato nel 2009.

Negli anni ’50, in un vicolo di Napoli che scendeva al mare, viveva un bambino orfano soprannominato ” ‘a scigna “, “la scimmia”, per la sua capacità di arrampicarsi e di recuperare i palloni nei posti più impensati. Dieci anni dopo il bambino divenuto ragazzo e studente liceale stringe un’amicizia molto forte con don Gaetano, il custode del palazzo nel quale abita. Attraverso il gioco della scopa e i racconti sulla guerra e sulle orgogliose quattro giornate in cui Napoli si ribellò ai Tedeschi, don Gaetano introduce il ragazzo alla vita. Infine dovrà lasciarlo andare, quando gli eventi di una città generosa ma anche violenta lo imporranno; ma il custode (quasi un angelo custode) lo sapeva da sempre: “T’aggia ‘mpara’ e t’aggia perdere” ripeteva spesso. “Ti devo insegnare e poi ti devo perdere”.De_Luca_Erri_il_giorno_prima_della_felicita

Nel romanzo si alternano due voci: quella del giovane, che di sera mette per iscritto in un diario i racconti di don Gaetano e i piccoli e grandi eventi della sua infanzia e della sua giovinezza; e quella di don Gaetano, che ha studiato in seminario e le cui parole rivelano insieme gli studi compiuti, le saporose tradizioni napoletane e un personalissimo e doloroso intuito sui sentimenti degli uomini. Don Gaetano racconta il tempo della guerra, dei bombardamenti, della caccia all’ebreo, della lotta del popolo contro i Tedeschi, dell’arrivo degli Americani e tutti questi eventi li narra con passione semplice e intensa, seria e leggera insieme. Il ragazzo racconta il tempo della pace, non per questo senza sangue, della passione per la scuola e per i libri, della scoperta dell’amore e del dolore, e lo fa con la freschezza, lo stupore, l’incoscienza, le paure e insieme il coraggio di chi si sta affacciando alla vita. Tra le due narrazioni, se ben si legge, esistono più numerosi parallelismi di quanto si penserebbe.

È un racconto di formazione, questo libro di De Luca, comico, tragico, doloroso, tenero, sentimentale. Ed è anche, decisamente, un racconto napoletano, nella sua mescolanza inscindibile di miseria e nobiltà. Perciò credo che questa storia parli meglio ai Napoletani, che possono ritrovare in essa paesaggi, caratteri, situazioni, umori, un linguaggio che sono tipici di questa città.

Il successo internazionale dello scrittore però si spiega: perché in qualche modo Erri De Luca riesce, parlando di Napoli, a parlare anche della vita, nella sua essenza che prescinde dallo spazio e dal tempo.

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Recensione di
D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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