Il figlio del cimitero – Neil Gaiman

Ho iniziato a leggere Neil Gaiman 6 o 7 anni fa, con Stardust, la favola che tutti dovrebbero leggere prima di addormentarsi. Nonostante l’amore folle per questo scrittore, scaturito già dalla fine del primo romanzo letto, non sono corsa in libreria a comprare il suo prossimo lavoro. Ho lasciato che il sapore della sua storia rimanesse isolata. Anche perché, scrive sì favole dark, fantascienza gotica, ma ogni libro tratta un argomento diverso. Così, ho pensato, c’è un Gaiman che mi aspetta per ogni occasione. Via via che leggevo, mi sono imbattuta in Coraline, e nella raccolta di racconti Il cimitero senza lapidi. Lì, oltre a numerose trame sconvolgenti e promettenti, al punto di desiderare che ognuna di esse diventassero, un giorno, dei romanzi a parte, c’è una storia, quella che ispira l’intera raccolta, su un bambino che vive in un cimitero. Ed ecco come mi sono accostata a Il figlio del cimitero, mesi dopo.

Bod è un bambino speciale e fortunato. Fortunato sì, se si considera che a solo un anno scarso di vita è riuscito a sfuggire all’assassinio della sua famiglia, solo gattonando fuori dalla casa, verso il cimitero sulla collina. Il suo persecutore, Jack, lo insegue, ma viene confuso dai fantasmi (?), forze della notte (?), esseri soprannaturali, e se ne va per la sua strada. Il piccolo bimbo viene affidato, dal fantasma della sua mamma, al fantasma di una donna vissuta (e morta) secoli fa. Nobody Owens, cresce così tra le lapidi, facendo amicizia con streghe, lupi mannari e sfuggendo a Jack, che ancora lo sta cercando. Avere la Cittadinanza del cimitero sulla collina però, non lo salverà per sempre: prima o poi il ragazzo dovrà affrontare quel grande e tortuoso percorso al di fuori dei cancelli sicuri del cimitero, e immettersi a tutta velocità nella Vita.

Anche questa volta, Neil Gaiman è stato magistrale, nelle descrizioni degli stati d’animo soprattutto. Non è facile essere un bambino vivo in un cimitero pieno di morti, e adeguarsi ad una non-vita, lasciando fuori quella vera.  Un po’ romanzo giallo, un po’ gothic tale, questo è un grande spin-off di un racconto che meritava di essere concluso degnamente. E poi è ambientato in un cimitero. E Bod impara a svanire. E ha un’avventura nel mondo dei ghoul. E c’è una confraternita che lo cerca. E vi ho detto del suo misterioso tutore, Silas? E… vi serve altro per voler leggere questa storia?

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Recensione di
Trix
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6 commenti
  • Da “Coraline” è stato tratto un recente film d’animazione che secondo me è fatto molto bene (non ho letto però il libro e non posso fare confronti). Non avendo letto nulla di Gaiman, mi resta un dubbio: è letteratura adatta anche ai bambini/ragazzi o no? Il film di “Coraline” ha turbato un po’ sia mio figlio, che allora aveva 6 anni, sia anche un suo amichetto più grande.

  • A me (ho 23 anni) piace leggere storie anche per ragazzi, ma Neil Gaiman secondo me, scrive storie senza età. Per dire, ha scritto “American Gods”, che fa parte della categoria romanzi, oppure “Nessun dove”, romanzo di fantascienza. I libri nella cosiddetta categoria “ragazzi” fanno passare un paio di giorni piacevoli anche al più vecchio dei lettori, e viceversa, sono abbordabili anche per i più piccoli :)
    Io lo definirei uno scrittore YA, dai 13 anni in su, prende anche il più svogliato dei ragazzini, secondo me!
    (Consiglio: se ti piacciono i racconti e vuoi iniziare a leggere Gaiman, inizia dal “Cimitero senza lapidi ed altre storie nere”.)

  • Personalmente non sono molto attratta dal genere gotico, però lo è mio figlio (poi però si spaventa, e quindi temo sempre di scegliere il libro o il film sbagliato, come è successo con “Coraline”). Mi informo soprattutto per lui. :) Grazie mille per i chiarimenti!

Recensione di Trix