Il figlio del cimitero – Neil Gaiman

Gaiman mi fa sempre sospirare: uno di quei sospiri beati che fai subito dopo le prime righe di qualsiasi romanzo che ha la sua firma.
Vorrei tanto avere la sua penna, il suo talento incredibile nell’inventare le storie, nel materializzarle davanti ai tuoi occhi con una facilità che è pari solo a quella dei sogni.

Questa è la storia di un bambinetto che sfugge al massacro della sua famiglia una notte che non ha niente di diverso dalle wqqbdgaltre, se non per la scia di sangue che si porta dietro e che condurrà il protagonista alla salvezza oltre il cancello di un cimitero. Qui, lo spirito della madre, lo affiderà ad una coppia di fantasmi che non sono che due delle decine degli abitanti del cimitero e che abitano quel luogo proseguendo la loro vita invisibile al resto della cittadina.

Il bambino verrà chiamato Nobody (Bod) e crescerà tra le lapidi, i morti e le loro storie, con il divieto assoluto di mettere piede fuori dal recinto cintato del cimitero che lo protegge dall’assino della sua famiglia che non ha mai smesso di cercalo, nemmeno a  distanza di anni.

Non manca quel pizzico di fantasy tipico di Gaiman (a proposito, non perdetevi Nessun Dove e American Gods), una spolverata di romanticismo e tanta, tanta avventura!

Un’altra recensione la trovate qui!

 

 

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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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