Il corpo umano – Paolo Giordano

Dopo il successo de La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano torna in libreria. Questa volta propone una storia che vede protagonisti un gruppo di soldati italiani di stanza in Afghanistan.

Ecco alcuni dei personaggi: Egitto, il medico che tiene a bada la sua instabilità emotiva con gli psicofarmaci; Renè, gigolò che al ritorno in Italia potrebbe diventare padre; Cederna, il maschio alfa della comitiva, con le sue spacconate e gli scherzi goliardici; all’opposto c’è Ietri, soprannominato “verginella”; Torsu, che sul web intrattiene una relazione virtuale con una ragazza mai vista; la Zampieri, detta “Zampa”, un po’ maschiaccio, un po’ ragazza spaesata alla guida di mezzi blindati e tiro a segno.

All’interno della trama principale, che implicherà una missione “on the road” su un territorio ostile, si intrecciano tante piccole storie, come quella del pessimo rapporto tra la sorella di Egitto, Marianna, e i suoi genitori – il brano più in stile La solitudine….

Cosa dire de Il corpo umano? La storia c’è, i personaggi pure. Per farci sentire all’interno dello scenario, Giordano dosa sapientemente dettagli su procedure, armamenti e condizioni di vita dei soldati – esemplare l’episodio in cui gli approvvigionamenti vengono paracadutati – inserendo, dietro le scelte che i ragazzi si trovano a compiere minuto per minuto, i fantasmi delle loro vite private con drammi personali più o meno piccoli. Naturalmente qui, invece di due trame principali come nell’esordio, abbiamo storie più piccole e che quindi trovano meno spazio per un approfondimento – un lavoro quindi meno introspettivo e forse meno originale ma comunque una lettura scorrevole.

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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3 commenti
  • “La solitudine dei numeri primi” è stata per me, a suo tempo, una grande delusione, come ho scritto anche nella recensione. Un ottimo spunto non sviluppato, in un romanzo che resta superficiale e forse anche un po’ troppo semplice nello stile di scrittura. Da quel che scrivi non so se sia “maturato”. :)

  • A me “La solitudine dei numeri primi” era piaciuto molto.
    Io ho un parametro tutto mio per giudicare se un libro mi piace o meno, quanto riesce a prendermi dal punto di vista emotivo. Ovviamente se lo stile di scrittura è scorrevole è meglio.
    Da questa recensione mi viene voglia di leggere anche l’altro.

Recensione di Antonio Soncina