Il contrario di uno – Erri De Luca

A volte – lo ammetto! – mi faccio conquistare anche io, come gli adolescenti, da una frase ad effetto. Così, alla ricerca di un libro breve e non pesante che mi accompagnasse in un periodo particolarmente impegnativo sul lavoro, l’occhio mi è caduto su Il contrario di uno (2003) di Erri De Luca (Napoli, 1950). L’autore lo conoscevo già, e lo avevo apprezzato in più di una occasione; ma in questo caso la scelta è stata determinata dalla frase riportata in copertina,  ripresa da una delle prose contenute nello stesso libriccino: «Due non è il doppio ma il contrario di uno, della sua solitudine» (la citazione, in effetti, è incompleta e tradisce in parte il pensiero dell’autore: ah, il business!).

Il volumetto contiene venti pezzi, di cui uno in versi e gli altri in prosa, di carattere autobiografico: De Luca riversa nelle pagine l’amore per la madre e i ricordi dell’infanzia; l’impegno politico della gioventù (e anche dei tempi più recenti); le esperienze di operaio presso fabbriche di varie città italiane; le vicende intense e drammatiche del suo soggiorno in Africa; il rispetto della natura e la passione per l’alpinismo; storie di amori finiti o mai veramente sbocciati. Intorno alla metà del libriccino cinque prose portano ciascuna come titolo il nome di uno dei cinque sensi e risalgono ad un periodo precedente la composizione degli altri, con i quali si integrano comunque alla perfezione.22708258

Il filo rosso che lega i diversi pezzi è naturalmente quello dell’incontro con l’altro, il quale, anche soltanto per un breve tempo, ci sottrae alla «solitudine sufficiente» dell’uno: in questo modo l’esperienza del due rende più piena e consapevole anche la condizione dell’uno. Le narrazioni migliori sono quelle che rievocano gli anni dell’infanzia e della prima giovinezza, che De Luca sa descrivere (come dimostra anche in altri libri) con particolare sensibilità: è il caso, per esempio, di L’anello al muro, che racconta le esplorazioni di un gruppo di ragazzini alla fine dell’estate, o di Odore: brioches e altri gas, in cui si racconta la giornata in mare di tre uomini e di un ragazzino curioso e taciturno. Ma anche la descrizione della natura con cui si apre La congiunzione e lascia il segno. Una menzione merita infine il componimento in versi che apre il libriccino, Mamm’Emilia, veramente toccante (d’altra parte il libro porta la dedica «Alle madri, perché essere in due comincia da loro»).

De Luca si conferma, ai miei occhi, uno scrittore capace di delineare storie e ambienti in maniera molto efficace: utilizzando poche parole semplici, ma con una intensità che si insinua nel profondo, lo scrittore mi ha donato, ancora una volta, alcune ore piacevoli ed emozionanti.

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Recensione di
D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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