Il baule dei ricordi di carta #10 – Il Club delle babysitter, Ann M. Martin

Mi perdoni l’altra metà del cielo, quella maschile, se parlo di nuovo di libri che probabilmente sono stati letti solo dalla controparte femminile – però, mentre pensavo alla nuova recensione per la rubrica, mi sono improvvisamente venute in mente loro: le quattro famigerate adepte del Club delle Babysitter, protagoniste di una serie pressoché infinita di volumetti formato mignon, for girls only.

Nella seconda metà degli anni Ottanta – e per buona parte degli anni Novanta – le identità di genere erano ancora fortemente definite. Si cominciava all’asilo: grembiule azzurro per i maschi e rosa per le femmine, e guai a chi provava a mettere in discussione il dogma dei colori. Se ti mettevi a giocare con le macchinine o con i meravigliosi Transformers, ti guardavano subito strano – gli adulti, mica gli altri bambini. Anche i libri erano oggetto di questa divisione categorica: i libri di questa serie, a scanso di equivoci, avevano anche le pagine colorate di rosa confetto, roba da farti perdere almeno due diottrie ad ogni lettura, per tenere i maschi il più lontano possibile.

La trama era pressoché inesistente, eppure l’autrice è riuscita a tirarla davvero per le lunghe: leggendo l’elenco alla fine di un volume random, scopriamo che ha scritto ben 54 libri sul tema, roba che perfino Proust sentirebbe l’ansia da prestazione.

Le quattro protagoniste – Stacey, Kristy, Claudia e Mary Anne – sono delle undicenni decisamente atipiche, in quanto vivono una vita così carica di responsabilità che perfino ora, a ventotto anni, mi farebbe venire il mal di pancia per l’agitazione. In realtà, ho sempre sospettato che si trattasse di romanzi di fantascienza: quale madre, infatti, affiderebbe il figlioletto di pochi mesi a una undicenne? Eppure le quattro temerarie, pragmatiche e decisionarie come solo le giovani americane sanno essere, mettono in piedi un business di babysitteraggio (!) da far sembrare la tizia di SOS Tata una che, letteralmente, sta a pettinar le bambole.

Le storie sono sempre amene e pressoché immobili: il massimo del climax si raggiunge quando si passa dalla festa di compleanno del piccolo Jimmy al piccolo Todd che cade e si sbuccia un ginocchio, con grande cordoglio di tutta la combriccola, ma poi la storia va a finire bene perché gli ostacoli nella vita si superano sempre. Nonostante la totale mancanza di azione, i bambini si divertono sempre come pazzi, tanto da fuggire in massa dalla casa materna per chiedere asilo politico alle babysitter, che immediatamente – qualunque sia l’ora del giorno o della notte – organizzano un gruppo di gioco, una super merenda con il succo d’arancia spremuto a freddo e un glee club. Altro che Wonder Woman, insomma!

Per finire, c’erano senza dubbio grossi problemi di comunicazione tra la scrittrice e l’illustratore perché per qualche oscuro motivo Claudia, che nella storia era di origini giapponesi – con lunghi capelli neri e setosi e occhi scuri a mandorla – veniva sempre raffigurata come una bionda teenager californiana con gli occhi color ghiaccio e le lentiggini sul naso a patata.

La domanda sorge spontanea: come mai, se questi racconti sfioravano l’assurdo, te li sei letti tutti? è presto detto: per prima cosa erano rilassanti, poiché raccontavano una quotidianità non mistificata, e da bambina iperattiva qual ero mi serviva proprio. Poi, perché già da piccola subivo una irresistibile attrazione per il trash.

Infine – e questa è il motivo principale – sotto l’apparente leggerezza di superficie della storia, venivano trattati temi importanti e pesanti come il divorzio, l’integrazione razziale, l’handicap infantile, il bullismo, la morte di una persona cara e la difficoltà di fare i conti con la sua mancanza, più tutti i piccoli grandi problemi scolastici e amicali che quando sei bambino ti sembrano insormontabili. Insomma, a me Il Club delle Babysitter piaceva proprio, non posso negarlo – tanto è che – qui lo dico e qui lo nego – quando li trovo in qualche libreria reminder un volumetto ci scappa ancora!

 

Condividi
Recensione di
MaddalenaErre
Vedi tutte le recensioni
4 commenti
  • Anche io anche io!!! Ne ho letti tantissimi e figurati che mi ero così gasata che avevo aperto anche io un club di babysitteraggio con tanto di volantino! uahahah Peccato che la cosa non sia mai andata in porto! ;D

    • ahhahaha ma chi se ne frega ma chi te la chieso dico io!!!! ahahah la gente ma non sa cosa fare. :))) hahahah

Recensione di MaddalenaErre