IL BASSOTTO E LA REGINA Melania G. Mazzucco

Il Natale è alle porte, sarà banale ma vorrei recensire quello che è stato definito “un racconto di Natale, d’amore e d’amicizia” nella quarta di copertina di questo libro, che mi è stato regalato e che ho letto in brevissimo tempo.

I protagonisti sono tutti animali, gli uomini sono personaggi che potremmo definire “non protagonisti”, mutuando l’espressione dal cinema. L’io narrante è anch’esso un animale, una pappagallina, anche se entra in scena non da subito e l’associazione con l’io narrante non è del tutto immediata.

C’è Platone, bassotto poeta, dal corpo tozzo e dal cuore nobile; c’è Yuri, il suo padrone, che lo lascia solo per seguire la sua amata (in un’altra assonanza con il cinema, l’incontro fra Yuri e la ragazza, ad opera di Platone, ricorda molto quello fra i protagonisti della “Carica dei 101” di Walt Disney).

C’è Regina, bellissima levriera afgana, dagli occhi profondi e dal portamento nobile, che viene importata su un tir, insieme ad altre bestiole,  protagoniste di questa avventura, nell’ambito di un traffico illegale di animali, rapiti, trasportati, tenuti illegalmente e smistati dal “tatuato”, altro personaggio umano.

Si tratta sicuramente di una favola moderna, perché il bene, in seguito a innumerevoli disavventure, trionferà sul male, e l’essenza sull’apparenza. Si tratta sicuramente di una favola di Natale perché, come è nella migliore tradizione, termina proprio la Vigilia di Natale, con i dovuti ricongiungimenti.

Tuttavia ci sono anche delle scene molto cruente, descritte molto bene dall’autrice, ed è ben delineata, senza mezzi termini, anche la cattiveria e la miseria umana.

In questo romanzo, gli animali sono anche umanizzati a tratti, poiché vengono ad essi attribuiti sentimenti anche negativi, quali la menzogna, o il calcolo, che a mio modesto parere appartengono esclusivamente alla natura umana, sia perché dotata di razionalità, sia perché sporca, in contrapposizione alla natura pulita e istintiva dell’animale.

Il libro è da segnalare anche per delle frasi molto poetiche, come questa: “Le parole sono come la musica.  La comprendi, ti trafigge il cuore, ma se non conosci l’armonia, non potrai mai  riprodurla”.

 

 

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Recensione di
Miriam Caputo

Sono una divoratrice di libri, che ama la scrittura. Mi piace raccontare le storie che ho letto, ma anche inventarne di nuove e creare personaggi. Mi rispecchio in questa frase:
"Io voglio essere la trapezista, che fa il triplo salto mortale con il sorriso, la leggerezza, e non fa vedere la fatica dell'allenamento, perché altrimenti rovinerebbe il tuo godimento di lettore. Io voglio essere la trapezista e nulla voglio trasmettere della fatica del mio scrivere"
(Andrea Camilleri).

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