I segreti erotici dei grandi chef – Irvine Welsh

Prendete “Edipo Re”, mixate con “Il ritratto di Dorian Gray”, aggiungete Paolino Paperino contro Gastone, mescolate con birra e whisky e otterrete “I segreti erotici dei grandi chef”.

Gastone è interpretato da Danny Skinner, uno scavezzacollo con due vite: quella professionale – precisa, inappuntabile – e quella privata, passata con gli amici nei pub, facendo a gara a chi beve di più, scazzottando con tifosi di squadre avversarie, trascurando la propria relazione con Kay, aspirante ballerina. Danny è figlio di una ragazza madre fanatica del punk all’epoca dei Clash, e continua a interrogarsi su chi sia suo padre, decidendo infine di partire per San Francisco alla sua ricerca.

Nei panni di Paperino troviamo invece il nuovo collega – e bersaglio – di Skinner, ovvero Brian Kibby: imbranato, non ha mai dato neanche un bacio a una ragazza, passa il tempo in chat con sconosciute e in soffitta con il plastico di una ferrovia. Bri vive con la madre e la sorella, mentre il padre è un malato terminale ricoverato in ospedale.

Mentre leggevo tranquillamente della vita sregolata di Skinner e del continuo sognare ad occhi aperti di Kibby, ho avuto il dubbio di aver scelto un libro che non facesse per me: a un certo punto subentra il soprannaturale, per cui su Brian – che non si è mai abbandonato ai piaceri del bicchiere – ricadono le conseguenze di quanto subisce il corpo di Skinner.

Tuttavia, l’espediente permette all’autore di “Trainspotting” di raccontare la “cultura etilica” di Edimburgo, costituita da abitudini malsane che, gradualmente ma inesorabilmente, come la rana nella pentola d’acqua, portano i vari personaggi a perdersi. Nelle note finali, Welsh ci fa sapere di aver perso qualche amico proprio per colpa dell’abuso di alcol e questo potrebbe riflettere la comprensione di Skinner riguardo il suo stile di vita malsano osservando l’abbrutimento di Kibby.

Spietato ritratto di una cultura autodistruttiva. Prosit.

 

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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