I figli di Matusalemme -Robert A. Heinlein

Una navicella spaziale ricolma d’arzilli vecchietti in cerca di un pianeta da abitare.
Tranquilli, non é un incubo da indigestione di noccioline ma l’estrema sintesi di una storia che ha ben più di questo come elemento d’interesse.

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Spazio, ultima frontiera.
L’umanità sta per scoprire che alcune famiglie invecchiano molto, ma molto, lentamente.
Le vecchie volpi lo avevano capito da quel dì, prendendo ad accoppiarsi tra simili  per conservare il segreto della linea genetica.
Gli ottuengenari proprio non ci si vedono ad essere studiati e sezionati dai loro “giovini” fratelli.
C’é un unico modo per non diventare carne da laboratorio; emigrare in massa dalla terra verso nuovi ed inesplorati lidi.
Sorvoliamo sulla praticissima navicella spaziale formato gigante parcheggiata all’uopo sulla testa dei baldanzosi nonnetti (sorvegliata da guardie narcolettiche).
Dopo poche peripezie, gli anziani partono.
Si sa che, in ogni buon viaggio, l’importante non é la meta ma il viaggio in se e a me il cammino intrapreso con gli uomini secolari ha dato parecchie soddisfazioni.

Non che non ci siano state  delle difficoltà!
Ad esempio: invidio profondamente il livello di democrazia del gruppo, ne invidio di meno l’approccio con il sesso opposto – chiedere l’albero genealogico all’inizio della relazione può stroncare il romanticismo.
Sono rimasto soddisfatto anche dalla varietà di forme di vita incontrate nella ricerca di un pianeta da abitare.
Simpatiche, credibili e ben caratterizzate; tanto da farmi rabbrividire.
Evitati i buonismi per tutto il narrare, non s’é potuto evitare un gigantesco “MACCOSA” sul finale.
Nonostante ciò, ritengo questo libretto una buona prova di fantasia che evita i clichè sci-fi più abusati per proiettarci in una storia godibile ed interessante.
A me lo hanno regalato, forse non lo avrei acquistato da solo – anche se il titolo é uno di quelli che mi fa mettere mano al portafogli ancor prima di aver formulato un pensiero logico.
Buona lettura e … di chi sei figlio te?

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Recensione di
Simone Gentile

Sono Simone Gentile. Stretto tra una torre di libri e una pila di graphic novel (da leggere tutti, rigorosamente, in ordine sparso) continuo a lasciare una traccia nera su un foglio bianco; un timido rivolo che vuole affluire all'impetuoso corso della narrativa e continuare il Viaggio. Sono aperto a qualsiasi genere ma attratto dalle varie declinazioni della paura, per questo spesso mi ritrovo invischiato in storie che "MAMMAMIA!"... e forse poi, un po', me le vado a cercare.

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3 commenti
  • Uhm!
    Ho sempre avuto moti di repulsione verso la fantascienza mentre ho sempre amato tantissimo il Fantasy, chissà perchè…
    Se mi dovessi consigliare il TOP del genere, cosa dovrei leggere?

  • Beh, dato che anche io non sono un vero esperto del genere e che questo si puo' definire "l'unico libro fantascientifico letto dal sottoscrittomemedesimo", ti consiglio… I figli di matusalemme!
    Vabbe' seriamente; penso che Asimov sia un passaggio obbligato nonche' sicuro del genere.
    Provero' con lui e naturalmente faro' sapere come e' andata.

  • Arrivo un po' tardi, ho letto solo ora questi commenti… A costo di ripetermi, consiglio di iniziare a leggere fantascienza con "Le meraviglie del possibile" (che è stata anche la mia prima recensione per questo blog). Ci sono tutti i venerati maestri del genere, in un florilegio di racconti uno più bello dell'altro. Dalla mia prospettiva di lettore semplice, senza alcuna formazione letteraria, divido la fantascienza in due filoni: quello di chi ti tiene inchiodato alla pagina fino all'ultima riga per sapere "come va a finire", e quello di chi vuole invece raccontare qualcosa che lasci al alettore anche una traccia, un'inquietudine, una riflessione. Va da sé che preferisco il primo filone, ma c'è gente capace di fare contemporaneamente entrambe le cose, e allora siamo davanti a capolavori. Ne cito qualcuno: "I reietti dell'altro pianeta", "La mano sinistra delle tenebre" e "Il mondo di Rocannon", di Barbara Leguin, che ha scritto anche molto fantasy; "Silkie", di A. E. Van Vogt, e "Anni senza fine", di Clifford Simak", entrambi introvabili; "Cronache marziane", di Ray Bradbury; la trilogia della fondazione, e "La fine dell'eternità". di Asimov; "La nuvola nera", del grande fisico Fred Hoyle, che una volta nella vita volle cimentarsi anche nella scrittura, con risultati egregi; "Noi marziani", di Philip K. Dick; "Il libro dei teschi", di Robert Silverberg. In generale, ci sono autori di cui – secondo me – qualcosa andrebbe letto: sono Asimov, Bradbury, Silverberg, Dick, Leguin, Clarke (2001: odissea nello spazio), Lem e qualcun altro che adesso sicuramente sto dimenticando. E scusate la prolissità.
    Capelli d'argento

Recensione di Simone Gentile