Hold Your Own: Resta te stessa – Kate Tempest

  Hold your own. Ho pensato che fosse un buon augurio per salutare l’estate e tuffarsi nella routine di ottobre, che per me parte con il bagaglio d’incertezze tipico degli under-trentacinque: lavoro, futuro, scelte passate e scelte alle porte. Dopotutto, come ogni buon augurio, Resta te stessa è anche una sfida. Kate Tempest, giovane rapper e poetessa inglese, la racconta attraverso un mito con cui ricorda che, per quanto ardua la sfida, la affrontiamo pur sempre sulle spalle di giganti. Molto prima del giovane io alle prese con la società di massa, infatti, Tiresia era alle prese con il Fato.

Dalle tragedie di Sofocle alla poesia contemporanea, l’indovino attraversa la raccolta della Tempest per diventare ragazzo di oggi, poi donna e uomo nel susseguirsi delle metamorfosi che lo portano ad assaporare continuamente ‘il dolore dei nuovi inizi’. Di volta in volta, Tiresia parte alla ricerca di sé e finisce per incontrarsi e scontrarsi nella natura metamorfica del suo centro. La maturità arriva con la rinuncia a questa ricerca insolubile e la scelta di un’identità destinata a convivere, tuttavia, con le vite passate che tornano a mordere la memoria. Ma neanche la serenità così raggiunta dura per sempre. Come narra il mito, a causa di una divina guerra tra i sessi, Tiresia perde la vista e riceve visioni di cui farebbe volentieri a meno. Eccolo, quindi, cambiare ancora una volta e diventare profeta/poeta cieco, scomodo portavoce della letteratura nella società di oggi.

Dura, ironica e profondamente umana, l’autrice intreccia parole in ritmi veloci, metropolitani. D’altro canto, la mia lettura si è prolungata ben oltre la fine del libro: le immagini create sono ancora con me, in un movimento d’impressioni oniriche e sonore che per il momento non accenna a fermarsi. A questo proposito, l’edizione italiana ha il merito di pubblicare la traduzione di Riccardo Duranti con testo a fronte, rivelando la metamorfosi linguistica con cui anche la poesia, come Tiresia, cambia e resta sé stessa.

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Recensione di
G. T.

Sono nata a cresciuta a Roma, ho studiato lingue in giro per il mondo e amo tradurre dall'inglese e dal portoghese. Sulla mia isola deserta, ci sono Virginia Woolf, un vecchio faggio e un barattolo di cannella.

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