La città di Napoli ospita un Istituto Italiano per gli Studi Filosofici che vanta tra i suoi fondatori la figlia di Benedetto Croce e che è una delle istituzioni culturali più attive in città e in tutto il Meridione d’Italia. Purtroppo però l’Istituto soffre, come tante altre espressioni culturali del nostro Bel Paese, per la mancanza di investimenti.
L’Istituto promuove convegni, seminari, lezioni a cui offrono il loro contributo grandi nomi della cultura. Nei decenni, inoltre, si è raccolta anche una ricca biblioteca, che conta circa trecentomila testi tra cui pezzi di grande valore come la prima edizione italiana dell’Encyclopedie francese di Diderot e D’Alembert.
Questo patrimonio librario viene stimato in 10 milioni e potrebbe essere il fiore all’occhiello dell’Istituto e un orgoglio per la città intera. Invece, raccolti in 1600 scatoloni, i libri vengono trasferiti in un magazzino in provincia, dove giaceranno per chissà quanto tempo.
Da anni le istituzioni politiche promettono di aiutare l’Istituto ad organizzare la sua biblioteca, senza che però nulla di concreto sia stato realizzato. Stanco e sfiduciato, dopo aver investito energie e denaro proprio per la causa dell’Istituto, il direttore avvocato Gerardo Marotta ha preso la drastica decisione del trasferimento dei volumi.
La politica ha ribadito le sue promesse, ma per ora l’unico fatto concreto è che una fila di furgoni sta trasferendo una biblioteca di inestimabile valore dentro un deposito.
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