Finché le stelle saranno in cielo – Kristin Harmel

Ci sono dei libri ai quali bastano poche pagine per entrarti sotto la pelle e Finché le stelle saranno in cielo è uno di questi per quanto mi riguarda.
Non ho ben capito quale sia la formula perfetta affinché un libro diventi importante per chi lo legge e sicuramente buona parte è ovviamente merito della trama, ma ci sono dei libri che senti tuoi ancora prima di capire qual è la storia. Sono quei libri dove la parole creano immagini che rimbalzando tra la tua memoria e trovano una corrispondenza negli altri quattro sensi.

E’ così che appena dopo qualche pagina, mi sono ritrovata a sentire gli odori della pasticceria di famiglia di Hope, una trentenne quasi sconfitta dalla vita, che le ha imposto un lavoro che non voleva, un matrimonio sbagliato e una relazione complicata con la figlia quasi adolescente. Sembrerebbe un romanzo di vita come tanti altri fino a quando nella narrazione non fa la sua comparsa Rose, nonna di Hope, affetta da quella terribile malattia che ruba i ricordi e scombina le carte del presente con quelle del passato, l’ Alzheimer.

Rose ha qualcosa da raccontare alle donne della sua famiglia prima che i suoi ricordi si perdano per sempre ed è qualcosa che cerca tutte le sere nella luce del tramonto, quando le stelle iniziano a bucare la volta celeste. E’ qualcosa che ricorda la sua vita precedente, quando era una francese e non un’americana e quando la follia dei rastrellamenti da parte dei nazisti hanno violato per sempre la magia di Parigi.

Chi è veramente Rose? Quale segreto ha custodito per decine e decine di anni?

Una storia che tocca le corde intime di tutti noi per ben due motivi: l’orrore del genocidio della Seconda Guerra Mondiale che macchia di sangue la storia di tutti e il sentimento dell’amore che esiste nelle più infinite declinazioni e che davvero può resistere ai turbinii della storia e del destino.
Questo libro mi ha commossa, angosciata e nello stesso modo mi ha rimessa in careggiata ricordandomi che:

Alcuni tipi di amore sono più potenti di altri. Questo non significa che non siano tutti autentici. Alcuni amori tentiamo di farceli andare bene ma non calzano mai davvero a pennello. Altri sono amori fra brave persone che si ammirano a vicenda e con il tempo imparano ad amarsi. Poi esiste l’amore che tutti abbiamo l’opportunità di avere ma che pochi sono abbastanza saggi da scorgere o abbastanza coraggiosi da afferrare. Quello è il tipo d’amore capace di cambiarti la vita.

 

PS Il titolo originale del libro è The Sweetnees of Forgetting (la dolcezza del dimenticare) titolo a mio parere ben più azzeccato della traduzione italiana.

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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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6 commenti
  • Non saprei dirti perché non l’ho letto!
    In ogni caso mi fa sempre piacere segnalare le nuove uscite degne di letture: in mezzo ad un mare di spazatura e di storie trite e ritrite è piacevole leggere qualcosa di bello e di utile in questo caso.
    Certi orrori della storia non vanno dimenticati.

    VoceLibera, potresti proporlo come lettura ai tuoi studenti! :)

  • Ho letto questo libro incuriosita dalla recensione e devo ammettere che mi è piaciuto moltissimo!
    Il profumo dei biscotti, lo zucchero a velo, l’impasto appena messo in forno… Ahh come mi ha fatto sognare questo libro. E poi quella che per me è la città più romantica del mondo, raccontata con dolcezza, assaporata come si farebbe con le magnifiche tortine stella preparate nella pasticceria da cui tutto ha inizio. Una storia piena di amore, ma anche di sofferenza. Un viaggio, una scoperta, un mistero affascinante. Sono tutte queste le cose che mi hanno fatto letteralmente divorare con gli occhi questo libro. Davvero consigliato, da leggere in una notte stellata, magari davanti a una tazza di the fumante e uno dolce cucinato grazie a una delle ricette riportate nel libro.
    Grazie mille per la dritta!

Recensione di Sara D'Ellena