Festival delle Letterature – Roma

Trotterellando per il web, qualche giorno fa mi imbatto in un evento che mi fa sobbalzare dalla sedia. Leggo le parole “Festival Letterature Roma Sophie Kinsella” tutte nella stessa frase e mi ci vuole meno di un secondo a decidere di andare. Un evento che è stato poco pubblicizzato, ma gratuito (che di questi tempi non guasta mai!), ripartito in più serate, nelle quali scrittori italiani, ma soprattutto stranieri (rarità ancora più rara dell’elemento GRATIS), leggono inediti creati (oppure no) apposta per l’occasione.

Naturalmente, il mio essermi accorta così tardi di questa iniziativa, mi ha fatto perdere tutta la prima parte del Festival, che ha ospitato, tra gli altri, scrittori del calibro di Amos Oz. Anyway, poco male: mi sono accorta perlomeno in tempo di Sophie Kinsella, una delle mie scrittrici preferite (nonostante abbia criticato praticamente tutti i libri pubblicati col suo vero nome), e quindi decido di andare.

Il tutto si svolge nella Basilica di Massenzio, a un passo dal Colosseo (ottima scusa per fare i turisti per un giorno), all’aperto sotto le stelle. Anche se l’evento è gratuito, bisogna fare la fila al botteghino per ritirare il proprio biglietto di ingresso, dato che i posti disponibili sono solo duemila: in due parole, chi prima arriva, meglio alloggia! La biglietteria apre alle 19, quindi io (accompagnata da un’amica che ho trascinato nell’impresa) mi scapicollo dopo una giornata passata tra impegni universitari e varie et eventuali, per stare davanti al bigliettaio alle 19 in punto. Il tipo che ci da i biglietti (per chi fosse interessato a partecipare alle prossime date, si possono ritirare massimo due biglietti a persona , che non possono essere prenotati in alcun modo, quindi vi consiglio di arrivare puntuali all’apertura del botteghino!) sottolinea che sono gratuiti, e che è tutto gratuito, riferendosi al solito inutile materiale informativo che distribuiscono in questi contesti (leggi: opuscolo formato gigante con biografia e pubblicazioni degli autori, da interpretare a piacere come uno spreco di carta).

L’apertura della Basilica c’è alle 20,30, e lo spettacolo comincia alle 21. Quale occasione migliore per gironzolare in pieno centro, passeggiando per via dei Fori Imperiali, scattando una miliardata di foto di Roma al tramonto? Nessuna, appunto, e quindi eccoci qua, macchinetta in mano, a schivare i soliti vucumprà che cercano di venderti pure i sassolini per terra, mentre cerchiamo un posto dove mangiare. Se siete di fretta e intendete spendere poco, ma soprattutto, volete mangiare come tipici romani, consigliatissimo l’alimentari verso la fine di via Cavour (lato sinistro della strada, venendo dai Fori, tanto per essere precisi!): pizza al taglio che è una squisitezza, pane casareccio da farcire con il salume che più vi aggrada, bevande, vinello, biscotti secchi, il tutto corredato da scomodissimi e altissimi sgabelli sui quali consumare il vostro ottimo pasto! Scherzi a parte, sgabelli esclusi, la pizza era davvero buonissima.

Finalmente si fanno le 20,30. Dopo un’attesa in piedi che è sembrata interminabile, in cui presunti giornalisti (leggi: blogger; mi sa che il boss ci deve fornire un badge firmato “La Libreria”, pass esclusivo che salta la fila automaticamente!) e invitati vari sorpassavano noi poveri comuni mortali in fila dietro le transenne, entriamo e miracolosamente riesco ad aggiudicarmi due posti in seconda fila laterale (non affannatevi a cercare di raggiungere le file centrali: sono “riservate” almeno fino alla decima fila). Premetto che, magari, oltre a pubblicizzare un po’ più l’evento, sul programma generale avrebbero potuto scrivere: “Luogo particolarmente arieggiato e ventoso, consigliata almeno una sciarpina!”: siamo morte di freddo.

La serata si apre con uno sproloquio incomprensibile in tedesco, credo una sorta di poesia d’atmosfera (!), durante il quale entra l’attrice ospite della serata, Iaia Forte, che si mette seraficamente seduta sugli scalini del palco, con in mano un tablet circondato da luci da lettura, e recita “Se una notte d’inverno un viaggiatore”.

Momento di breve preambolo in cui la Forte legge l’incipit dell’ultimo romanzo di Sophie Kinsella (e non di Madeleine Wickham) ed ecco entrare Sophie Kinsella in persona, in un lungo abito crema, corredato da una giacchetta in tinta (a lei sì che l’hanno avvertita del freddo!.) Innanzi tutto, concedetemi un “che emozione vederla dal vivo per la prima volta, così inaspettatamente a Roma!”. Sono comunque una sua grande fan! Comincia subito a leggere il suo inedito, che sfortunatamente è targato Madeleine Wickham su tutti i fronti: un racconto su una partita di tennis ospitata nella magione di una coppia di inglesi benestanti, in cui ognuno dei personaggi riflette su quanta poca voglia essi abbiano di trovarsi lì tutti insieme, a giocare una monotona partita. Noioso. In compenso, le descrizioni dei luoghi erano molto accurate e suggestive. Tale lettura è servita comunque a dimostrare un’importante conquista scientifica: ho scoperto che è Sophie Kinsella la vera scrittrice! Madeleine Wickham le presta soltanto il corpo, dato che ieri sembrava una lettrice nata! Per questo, verso la metà del racconto, ho smesso di tenere il segno della lettura con le parole che scorrevano sullo schermo a mo’ di traduzione, e mi sono dedicata all’ascolto della sua meravigliosa pronuncia inglese, e del suo innato talento di interprete.

Luisa Muraro è l’altra autrice ospite, arrivata subito dopo con il suo brano intellettualoide su politica e potere, da cui è scaturito un divagare senza precedenti. La lettura della Kinsella è durata più o meno una mezz’oretta, mentre l’altra mi è sembrata non finire mai. Sicuramente una donna che ha condotto studi femministi interessanti, ma il suo intervento mi è parso un incrocio tra un’omelia e una lezione universitaria. Poi, dopo aver letto un approccio al femminismo come quello di Caitlin Moran, ascoltare lei è stato un supplizio!

Nel frattempo, la platea si svuotava gradualmente, per formare una fila interminabile al banco dei libri organizzato da Arion, per una inaspettata quanto non comunicata firma copie delle autrici. Ancora, inutile dire che io possiedo tutti i volumi pubblicati sia di Madeleine che di Sophie, ma che in quel momento non ne avevo con me nemmeno uno, per cui ho dovuto fare la fila e comprare una copia di I Love Shopping nuova di zecca. Avevo molti progetti in testa. Esordire con una frase d’ammirazione, nel momento in cui avrebbe firmato la mia copia, o dire qualcosa di intelligente sulla sua scrittura, o semplicemente farle lo spelling del mio nome, ma tutto quello che è successo in realtà è stato un guardarla adorante come un’ebete, ma con un sorriso scintillante a trentamila denti mentre mi firmava il libro, per poi andarmene dopo averla ringraziata circa seimila volte. A parte il fatto di aver confermato l’incapacità di attrarre la mia attenzione con le storie firmate Wickham, Sophie Kinsella si è rivelata una persona gentile, simpatica e molto ben disposta al contatto col pubblico (molte ragazze, che non sono cadute preda di una paralisi facciale, le hanno chiesto di posare con loro per una foto, e lei ha accontentato tutte). Ha addirittura ringraziato uno per uno i fan, man mano che s allontanavano con la loro copia firmata.

Un’idea diversa per passare una serata romana, in una location d’eccezione, e in modo totalmente gratuito! Anche se tardi, l’importante è aver scoperto l’esistenza di questo festival, quindi, cari lettori interessati, correte a sbirciare tra le date rimanenti se per caso uno dei vostri scrittori preferiti sarà presente. Io intanto vi anticipo che parteciperanno anche Vanessa Diffenbaugh, e Massimo Gramellini che chiude l’evento romano, e che io cercherò di non perdermi, almeno loro.

 

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Recensione di
Trix
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4 commenti
  • posso fare un commento un po’ cattivo?
    Forse siete rimasti in pochi, per lo meno a Roma, a non conoscere questo evento, che ha di bello, come tu hai sottolineato più volte, la gratuità e la bellissima location, ma di brutto il fatto che devi avere tanto tempo a disposizione per metterti in fila almeno dalle 6 del pomeriggio per ottenere i biglietti (per alcune serate non basta neanche quell’anticipo), e il tutto in un giorno feriale quando la gente comune alle 6 è spesso ancora al lavoro.
    Se poi avessi dato un’occhiata all’inutile materiale informativo che veniva fornito avresti compreso meglio perché a fianco della Kinsella ci fosse quell’altra autrice che hai poco apprezzato: era un confronto bizzarro ma altrettanto voluto, leit motiv di tutte le serate che caratterizzavano questa edizione.
    Sarà che leggi la Kinsella il motivo di tanta genuina ignoranza?!
    Se ti arrabbi per la battutaccia finale, hai ragione, ma per quanto ti ho scritto sopra, spero ti serva a documentarti meglio prima di partecipare ad un evento e raccontarlo ad un pubblico così attento come quello che spesso trovo qui (e io non mi ci metto, anzi).
    Ciao
    Carol

    • puoi fare tutti i commenti cattivi che vuoi, siamo in un Paese libero e democratico, ancora!
      Per tua informazione, ho letto tutte le schede di tutti gli autori, compresa la biografia e i titoli delle pubblicazioni dell’autrice che, non è che non ho apprezzato, ma semplicemente è stata un tantino prolissa.
      Leggo Sophie Kinsella, come leggo miliardi di altri autori e generi. E sì, sono andata per vedere lei, principalmente, spero che Luisa Muraro non me ne voglia per questo!
      Per inutile, in ogni caso, intendevo che chiunque con un pizzico di curiosità, una volta scoperto l’evento (e scoperto quindi che sul sito c’era l’elenco completo degli autori e delle loro biografie), avrebbe potuto cercare tali informazioni sul web, e non vedo quindi l’utilità di un fascicolo così ingombrante e dispersivo: alcune pagine sono mezze vuote. Inutile quindi, sta per “inutile spreco di carta”, non mi riferivo certo al contenuto.
      Per quanto riguarda il modo in cui l’ho raccontato, pensavo di scrivere qualcosa di leggero, per i trattati sociologici ci sono già altri autori che forniscono il materiale.
      Grazie per le critiche! A presto!

  • Mi accodo alla fila di quelli che non sapevano di questo festival ..
    e aggiungo: se è un evento così interessante, come mai non è pubblicizzato quanto ad esempio la Fiera che c’è sempre a Castel Sant’Angelo? io non credo che sia così grave pagare un biglietto (contenuto, possibilmente, certo) se però posso evitare in mettermi in fila per ore (in orari in cui sono in ufficio), aspettare in fila prima dell’entrata (subito dopo essere finalmente uscita dal suddetto ufficio), ecc…
    in altre parole: perchè a Roma si fanno le cose, ma non si fanno mai davvero per bene? purtroppo non è la prima volta che lo noto… é_è

    • Perché Roma purtroppo si trova in Italia, e l’Italia, quanto a organizzazione, ha sempre fatto ridere i polli! Però già è tanto che ci si prova ad organizzare questi eventi, e devo dire, la serata a cui ho partecipato io è stata organizzata in modo eccellente (tutto si è svolto secondo gli orari stabiliti, per esempio, fila interminabile a parte).

Recensione di Trix