Denti bianchi – Zadie Smith

Quando mi capita un libro molto lungo, solitamente lo leggo in parallelo a almeno un altro testo.

E’ capitato così con “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust, il cui stato di avanzamento sul mio Kindle è incredibilmente lento, per cui gli ho affiancato il romanzo della Smith.

(In realtà, anche quest’ultimo non scherza, e vi ho aggiunto un terzo romanzo.)

In “Denti bianchi” le storie di varie famiglie, tra inglesi purosangue e immigrati, si intrecciano tragicomicamente. Il bengalese Samad Iqbal vive ancorato al passato e alle proprie origini, mentre l’aspirante suicida Archie Jones prende le proprie decisioni tirando una moneta in aria; gli Iqbal rappresentano una famiglia legata al rispetto delle tradizioni, invece gli hippie Chalfen puntano al progresso della scienza e alla libera espressione dei figli. I giovani, come spesso accade, cercano di liberarsi del fardello paterno scegliendo la strada opposta, dedicandosi a droghe, promiscuità, laicismo o attivismo più o meno sincero.

Tornando alle mie abitudini con i libri lunghi: quando si avvicinano le ultime pagine, posso assumere due diversi atteggiamenti:

  • Voglio proprio vedere come finisce!
  • Non vedo l’ora di finirlo, così lo tolgo di mezzo…

In questo caso, ho scelto la seconda opzione. All’inizio, “Denti bianchi” può risultare divertente ma, alla lunga, stanca. Potrebbe anche essere uno sguardo al meltin pot della moderna società inglese di provincia e alle difficoltà dell’integrazione, ma risulta più una sorta di “Il mio grosso grasso matrimonio greco”. Tutto viene messo in ridicolo: i personaggi, le relazioni, il loro passato, le scelte, gli effetti, i sentimenti. Samad, che vorrebbe far rispettare le sue idee, fa a pugni con la moglie e perde, sempre. A Millat, il giovane Iqbal scavezzacollo, la signora Chalfen permette tutto, supportata solo dal suo cieco ottimismo. A contorno, Testimoni di Geova e fanatici islamici.

Insomma: una farsa, per di più, inutilmente prolissa. Lontanissima dalle vette, per dire, di “Le correzioni” di Franzen.

P.S.: una differente recensione si trova qui.

denti-bianchi

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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