Delirio – Laura Restrepo

Questo è un libro faticosissimo, finché non si prende il ritmo con la sua prosa sincopata e adrenalinica. Del resto, il titolo è piuttosto esplicito e il linguaggio adottato è perfetto per rendere questo prolungato stato di allucinazione che affonda le radici in una regione oscura dell'esistenza della protagonista, la instabile Augustina, bellissima e forse pazza, sicuramente unica a pagare per gli agi di una famiglia e di una società che sprofondano nel marciume della Bogotà degli anni ottanta. E’ la Bogotà del narcotrafficante Pablo Escobar, il “ciccione intelligentissimo” che nel libro disserta su “quanto sono poveri i ricchi di questo paese…”, e a leggerlo oggi in Italia sembra quasi che non stia parlando di un paese così lontano nel tempo e nello spazio: anche lì, orge e morte, denaro a fiumi e la miseria appena fuori del cancello della villa. Non c’è il realismo magico sudamericano… o forse sì? Come altro definire, sennò, l’affresco febbrile che la Restrepo va dipingendo sulle pagine che si susseguono sempre più aggrovigliate, non meno lisergiche eppure così diverse da quelle di un Garcia Marquez o di una Isabel Allende? I personaggi, soprattutto alcuni, escono dalle pagine. Indimenticabili i due innocenti, gli unici di tutto il romanzo: la stessa pazza Augustina e il narcotrafficante Midas, che come Augustina è l’unico a portare la responsabilità di ciò che fa. E qualcuno sa qualcosa che… l’espediente narrativo del segreto sepolto nella pazzia di Augustina è convenzionale, ma sviluppato con maestria e ti tiene inchiodato fino all’ultima pagina, vuoi sapere “come va a finire”, non hai scampo. Un altro recensore, su Anobii, dice che la Restrepo fa l’occhiolino a Saramago, e probabilmente è vero. Davvero una bellissima prova.

Condividi
Recensione di
Redazione
Vedi tutte le recensioni
Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

1 commento
Recensione di Redazione