Delfini – Banana Yoshimoto

C’è stato un periodo, un paio di anni fa, in cui ho letto di seguito quasi tutti i libri di Banana Yoshimoto; ci ho messo un po’ a disintossicarmi (passando, tra l’altro, per Amelie Nothomb …lasciamo stare) capirete quindi che quando ho visto sugli scaffali quest’ultima opera, ho avuto seri dubbi prima di comprarla. E devo ammetterlo, l’ho comprato alla fine perchè si preannunciava diverso.
E lo è!
Scordatevi Kitchen, scordatevi Lucertole e gli altri: questo libro è buono.  Non è romanzetto, intendiamoci: è un libro che parte lento, e un po’ triste, in pieno stile Yoshimoto; continua malinconico, con un po’ di magia oscura; ma poi si apre, pagina per pagina, in una dolcezza immane, immensa, proprio perchè inaspettata. Ogni parola sembra scelta, curata, il tessuto stesso del libro è tanto semplice quanto ricco; in sostanza, ci sono tre "luoghi" e tre personaggi. Tokyo-la malattia, il Tempio-la ripresa, la Casa-lagravidanza; Kimiko, la protagonista, Goro, l’uomo, Yumiko, l’altra donna.

Non fatevi ingannare da questa descrizione frettolosa e sicuramente basilare, non posso dirvi altro; è un libro piccolo, scorrevole come l’acqua, breve e semplice.

Non posso dirvi di più, o si perderebbe il sottile piacere di leggere un breve libro che, se non conoscete Banana Yoshimoto, ve la presenterà con delicatezza; se la conoscete, vi svelerà un piccolo tratto nascosto; sia che la apprezziate o meno, questo libro vale la pena di essere letto.

Enjoy!

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Recensione di
Silvia Righetti

"Tutto quello che vedo mi ricorda qualcosa che ho letto in un libro... ma non dovrebbe essere il contrario? " (cit.); sono una grafomane, oltretutto, quindi dove altro pensavate di potermi trovare?

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