Chine Immaginarie #2 – Death note – Tsugumi Ohba, Takeshi Obata

I step – non lo conoscevo e non frequentavo nessuno che lo leggesse. La vita scorreva nel solito modo; tra bonaccia e tsunami.

II step – prime avvisaglie di un fumetto che riusciva a colpire con forza inusuale sui tasti del ritmo e della suspence. Su di me l’effetto come di una pubblicità nel bel mezzo di  un film; la guardi, si, ma con l’attesa del dopo che preme di più.

III step – il mio amico K, in un caldo pomeriggio, mi dice: “c’é sto fumetto che é una figata!”. Nessun allarme. Lo fa una volta a settimana, da anni, per i motivi più disparati.

IV step – il mio amico K mi mette la mano sulla spalla e mi dice: “devo farti vedere una cosa”. Sono sinceramente preoccupato. Quando K mette una mano sulla spalla, le cose sono sempre importanti.

V step – guardo il primo anime tratto dal fumetto… e non smetto più.

VI step – entro in un loop terrificante. Passo da anime a fumetto, senza soluzione di continuità, cercando le seppur minime differenze. Devo ringraziare il cielo di aver ceduto in un momento in cui erano già uscite tutte le puntate e tutti gli albi.

Ok la faccio breve. Non voglio raccontarvi dell’anime ma bensì del fumetto anche se – come in letteratura l’assioma “il libro é meglio del film che ne é tratto” é senz’altro sempre vero – in campo fumettistico é ben difficile discostarsi troppo dai due formati. Le differenze ci sono ma talmente minimali da non accorgersene, quasi.

Ma la sostanza, ragazzi, la sostanza rimane con tutte la cervellotica trama che può riassumersi nell’immagine di una partita a scacchi, tra geni, con la più alta e inimmaginabile posta in palio.

Il punto di partenza é semplice: cosa accadrebbe se avessi il potere di uccidere un essere umano semplicemente scrivendone il nome su un quaderno dalla copertina nera?

Svolgimento: Light Yagami ha per le mani il Death Note, dai poteri sopra descritti, e decide di eliminare tutti i criminali di cui parlano al TG.

Comincia a prenderci gusto, si fa chiamare Kira e si erge a Giustiziere divino.

La polizia indaga senza successo e inizia il lento e complesso scenario di manipolazioni, calcoli, congetture, piani rischiosi, e suspance da infarto.

Il fumetto, nei suoi 12 albi in totale, somiglia paurosamente ad un giro sulle montagne russe.

 

Mi piace pensare che l’iniziale sfida tra Light e il detective L sia una di quelle storie in cui tutto é calibrato alla perfezione, mescolate in un tripudio di esattezza e inevitabilità.

La seconda parte invece é una lenta caduta libera verso un finale che é chiaro, lineare e perfettamente in sintonia con la sviluppo della storia. Inevitabile e proprio per questo giusto.

(e qui apro una parentesi per una sparata voluta contro tutti quegli scrittori che portano avanti personaggi e storie ormai strizzati al massimo solo per un tornaconto bancario)

Gli autori rimaneggiano la tradizione giapponese dei demoni della morte, shinigami, che sono la versione elaborata della nostrana “morte con la falce”.

 

Inoltre sfruttano, in alcuni momenti chiave, una forte carica simbolica con legami alla cristianità per amplificare le emozioni descritte.

Trattandosi di fumetto dovrei scrivere di segno, efficacia del tratto, vignette, ecc. ma non avendo una base di conoscenze valida a discernere su questi aspetti mi limito a dire che il disegno é pulito, fa un vasto uso di primi piani per risaltare le emozioni dal viso dei personaggi e le vignette sono spesso al servizio del disegno e non cornice da riempire. Posso segnalare la valenza del racconto, dell’intreccio pazzesco, dell’utilizzo di spunti creativi mirabili, dello spessore e dell’anima  dei personaggi che rendono la storia carica di momenti da fiato sospeso.

Non vi nascondo che nella lettura mi sono commosso in un paio di occasioni, che non vi rivelerò per non anticipare nulla di importante.

P.s. sono usciti ben 3 film che riprendono e reimpostano le avventure dei protagonisti. Ne ho visti 2…ci sarà un motivo se ho scritto del fumetto, no!?

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Recensione di
Simone Gentile

Sono Simone Gentile. Stretto tra una torre di libri e una pila di graphic novel (da leggere tutti, rigorosamente, in ordine sparso) continuo a lasciare una traccia nera su un foglio bianco; un timido rivolo che vuole affluire all'impetuoso corso della narrativa e continuare il Viaggio. Sono aperto a qualsiasi genere ma attratto dalle varie declinazioni della paura, per questo spesso mi ritrovo invischiato in storie che "MAMMAMIA!"... e forse poi, un po', me le vado a cercare.

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