Che tu sia per me il coltello- David Grossman

“Ma abbiamo un accordo, Tutto. Altrimenti a che serve? Alla fine forse capirò qualcosa. E forse finalmente potrò respirare”

Tra Miriam e Yarir c’è una sola regola, quella di non risparmiarsi con le parole.
Regola che può rivelarsi un’ arma a doppio taglio quando non si ha paura di parlare liberamente.

Un rapporto del genere tra due persone che si conoscono, più o meno intimamente, sarebbe non solo impossibile da realizzare, ma anche tossico per il rapporto stesso; un suicidio sociale. Non possiamo permentterci di essere completamente trasparenti con le persone che ci sono vicine nella vita di tutti i giorni, non sappiamo come reagirebbero nel vederci realmente nudi. Per questo Yair sceglie una perfetta sconosciuta come custode della sua mente e della sua anima.

In una stanza piena di gente, la trova intenta a chiacchierare con un gruppetto e in un attimo capisce che si trova 821a22a5956329ead5688f630e88ef3c[1]davanti alla persona che stava cercando. Con il coraggio degno di un pazzo, o di un bambino, decide di scriverle una prima lettera, in cui palesa il suo intento: quello di costruire un rapporto fatto solo di lettere, senza incontri, né carne, ma che sia la forma più profonda di intimità che i due abbiano mai creato con qualcuno, un modo davvero estremo di arrivare a conoscere se stessi attraverso un altra persona.
Contro ogni aspettativa razionale, Myriam comincia a rispondere alle lettere, accettando la sfida a diventare “una compagna per un viaggio immaginario”. Inizia così uni scambio epistolare in cui il lettore ha accesso solo a una metà delle lettere, quelle di Yair, mentre l’altra è lasciata all’immaginazione, e solo alla fine conosceremo più da vicino il personaggio di Myriam.

Detto questo è difficile spiegare quali siano i contenuti, bisogna leggerlo. Ai limiti del surreale, racchiude il frutto di un animo inquieto e romantico in cui aneddoti più intimi emergono insieme alle fantasie più bizzarre a tratti perverse, e a spunti meravigliosi che non dimenticherò facilmente, suscitando sentimenti ambivalenti di attrazione- repulsione tanto nei protagonisti, quanto nel lettore.

Sarebbe troppo complesso dare un giudizio ma posso dire che, personalmente, quando ho finito questo romanzo mi è venuto spontaneo chiuderlo i fondo a un cassetto, come un diario che deve stare lontano da occhi indiscreti, protetto, neanche l’avessi scritto io.

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Recensione di
Margherita Gabba

Sono Margherita, ho 30 anni e faccio il medico di Pavia. Amo la narrativa, soprattutto quella che pone l’ attenzione sulla psicologia dei personaggi. Tra i miei autori preferiti troverete Nevo, Franzen, Grossman e Svevo. In sintesi mi definirei una lettrice egocentrica; mi piace ritrovarmi nelle parole di altri, i fortunati scrittori che hanno il dono di sapersi raccontare nero su bianco. Ogni libro è un incontro e serve il giusto tempismo per amarlo davvero, per far scattare la scintilla che trasforma una bella lettura in un ricordo prezioso.

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