Cristalli sognanti – Theodore Sturgeon

La passione viscerale che mi lega a Theodore Sturgeon mi porta inesorabilmente a voler completare la sua – ahimé fin troppo breve – bibliografia. “Cristalli Sognanti” è il primo romanzo scritto dall’autore statunitense e, sebbene piuttosto breve (poco più di 200 pagine), riesce ad essere coinvolgente e profondo come pochi altri libri. Argomenti di natura etica e filosofica, come l’ermarginazione, la diversità, l’accettazione del proprio essere fino al concetto di individualità, vengono raccontati utilizzando chiavi di lettura molteplici e all’apparenza lontane tra loro: vita extraterrestre, biologia, chimica, psicologia e sociologia. Tutto questo amalgama è modellato da Sturgeon e reso in una maniera che non riuscirei a definire in modo diverso da “poesia”.

Sullo sfondo dell’emarginazione e del concetto di “diversità” (temi molto cari all’autore, si veda ad esempio “Nascita del superuomo“) si muove il carrozzone dei personaggi della storia, tutti accomunati da quel senso di disagio tipico di chi è spinto dalla collettività in un angolo della stanza perché non appartenente al diffuso – e accettato – concetto di “normalità”. E proprio a partire da questo concetto, estremizzato nell’esistenza condotta dai protagonisti, viene ad inserirsi l’elemento geniale e poetico: i cristalli dai quali deriva il nome del libro. Il motivo della loro esistenza, il modo in cui questa differisce dalla nostra ma al tempo stesso la compenetra e la spiegazione del meccanismo che si cela dietro al particolare processo che rappresenta il fulcro dell’intero libro (e che non vi svelo per non rovinarvi la sorpresa), è tra le cose più suggestive che mi sia capitato di leggere in un romanzo di fantascienza.

La narrazione non risente particolarmente il peso dei 63 anni che si porta sulle spalle, e risulta invece molto scorrevole e funzionale. Aspettatevi una curva di tensione e interesse in costante salita e preparatevi ad un fulgido finale che vi terrà incollati alle pagine del libro – o allo schermo dell’eBook reader, che dir si voglia. Consigliato a tutti. Ma veramente a tutti.

I pensieri sono amorfi, in codice… impulsi senza forma, né sostanza, né direzione — finché non li comunichi a qualcun altro. Allora precipitano e divengono idee che puoi poggiare sul tavolo ed esaminare. Tu non sai quello che pensi finché non lo dici a qualcuno.

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Recensione di
Simone Fracassa

Mi chiamo Simone (per gli amici Darsch), faccio lo sviluppatore web, sono appassionato di informatica, cinema, videogiochi e fotografia, e mi dilett(av)o a suonare la batteria. La lettura è un bisogno primario, un po' come respirare. Non esco mai senza il mio Kindle, di cui sono un fanatico dagli albori, e un qualsiasi strumento - generalmente un paio di cuffie e del buon heavy metal - che possa essere utilizzato per isolarmi dal mondo esterno e infilarmi nel mio infundibulo cronosinclastico (grazie Vonnegut, di tutto). Più che leggere mi immergo nella lettura: mi piacciono i dettagli e i particolari, rileggo spesso lo stesso paragrafo più volte se è sufficientemente intenso e in definitiva adoro perdermi tra le volute di immagini e sensazioni scaturite da quelle pagine. Sono convinto che la potenza di un buon libro sia tutta in quel piccolo, impercettibile attimo di smarrimento che si prova chiudendolo e tornando alla realtà.
Sono aperto e disponibile a qualsiasi genere, ma i miei amori indiscussi sono il fantasy (quello vero, massiccio, epico: Jordan, Erikson, Sanderson), la fantascienza d'autore e la saggistica scientifica.
A volte attraverso dei periodi nostalgici e mi dedico alla rilettura dei miei libri preferiti, a discapito di eventuali nuove, meritevoli scoperte. Ma che ci volete fare, la memoria col tempo gioca brutti scherzi e alcune storie meritano di essere rispolverate ciclicamente, perché è giusto che facciano sempre parte della tua vita.

Sito web: www.darsch.it
Twitter: @darsch

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